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Nuovo naufragio, 30 morti nel Mediterraneo: le domande di Alarm Phone

Davanti all'ultimo naufragio in cui sono morte 30 persone la ricostruzione su quanto accaduto prova che anche queste vite umane potevano essere salvate. Alarm phone e la società civile chiedono alle autorità coinvolte nello scenario dei soccorsi: Perché le autorità italiane non hanno subito mandato navi da soccorso? Dove si trovavano in quel momento gli assetti navali dell’operazione navale Irini? Perché i mercantili che monitoravano la scena non sono intervenuti prima? Perché la guardia costiera libica non è stata capace di intervenire? E perché sapendo che le forze libiche non sono intervenute le autorità italiane hanno continuato a riferirsi a loro come autorità responsabile del soccorso? Perché le navi delle ong sono bloccate nei porti italiani?

di Alessandro Puglia

Nel Mediterraneo centrale si continua a morire in mare. E sale a tre il numero dei naufragi in meno di un mese. Il 15 febbraio davanti alla spiaggia di Qaser Alkayar erano morte 73 persone, poi la strage di Steccato di Cutro con un bilancio che ad oggi è di 79 vittime e l’ultimo avvenuto nella giornata di ieri in cui risultano disperse 30 persone.

La ricostruzione di Alarm Phone, la piattaforma che coordina gli Sos delle imbarcazioni in difficoltà e la presenza del velivolo da ricognizione Seabird 2 di Sea Watch provano che ancora una volta queste morti in mare potevano essere evitate.

«L’11 marzo alle 2,28 abbiamo condiviso la posizione Gps dell’imbarcazione a rischio con 47 persone alle autorità italiane, maltese e libiche. Il barcone era alla deriva, le condizioni meteo estremamente pericolose. I naufraghi gridavano aiuto. Abbiamo continuato ad aggiornare il centro di coordinamento marittimo dei soccorsi italiano (MRCC) chiedendo alle 3,01 di far intervenire il mercantile Amax Avenue che era nelle vicinanze. Ma non è intervenuto».

I naufraghi continuano a gridare aiuto: «Nove ore dopo il primo Sos, l’assetto aereo di Seabird 2 di Sea Watch individua il barcone in difficoltà informando nuovamente le autorità dell’urgenza della situazione. Dopo molte ore si sono avvicinati altri mercantili, ma senza intervenire. Chiaramente le autorità italiane stavano cercando di evitare che queste persone venissero portate in Italia aspettando l’intervento della cosiddetta guardia costiera libica».

Il possibile intervento delle autorità libiche si rivela ancora una volta fallimentare: «La guardia costiera libica ci informava telefonicamente che avrebbe mandato una motovedetta, dopo hanno comunicato che non avevano mezzi a sufficienza e che stava coordinando l’Italia».

Alle 7,20 i naufraghi chiamano per l’ultima volta Alarm Phone, dopo il barcone si ribalta, secondo quanto riferisce la Guardia Costiera italiana in un comunicato stampa proprio durante le operazioni di trasbordo dalla motonave Froland che stava intervenendo. Su 47 che erano a bordo si salvano solo in 17. Nel comunicato la stessa Guardia Costiera sottolinea: «L'intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell'area di responsabilità Sar italiana registrando l'inattività degli altri Centri Nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area».

Davanti all’ultimo naufragio nel Mediterraneo centrale, Alarm Phone pone alcune domande che come in altri casi di recenti naufragi necessitano delle risposte: «Perché le autorità italiane hanno esitato a dirigere i mercantili che erano nelle vicinanze e non hanno subito mandato le proprie navi da soccorso? Dove si trovavano in quel momento gli assetti navali dell’operazione navale Irini dell’Unione Europea? Perché i mercantili che monitoravano la scena non sono intervenuti prima? Perché la guardia costiera libica non è stata capace di intervenire? E perché sapendo che le forze libiche non sono intervenute le autorità italiane hanno continuato a riferirsi a loro come autorità responsabile del soccorso? Perché le navi delle Ong sono bloccate nei porti italiani?».

Domande che evidenziano quanto avvenuto nei più recenti naufragi, con le navi del soccorso civile a cui viene quasi impedito di operare, il ruolo dei mercantili e di una guardia costiera libica a cui viene affidato solo il compito di riportare i migranti nei centri di detenzione.

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