Sostenibilità
Nuovi orizzonti, lo sharing welfare di Legacoop
A Firenze giovedì 29 settembre Legacoop Toscana presenta la sua nuova Area Welfare. La neopresidente Eleonora Vanni: «Sharing economy e welfare aziendale le nuove frontiere»
di Redazione
Si terrà giovedì 29 settembre a Firenze (Sala delle Feste di Palazzo Bastogi, Via Cavour 18, ore 9.30) l’iniziativa pubblica di presentazione dell’Area Welfare di Legacoop Toscana, costituitasi lo scorso 17 giugno. La mattinata di lavori sarà dedicata all’individuazione di percorsi di innovazione che l’Area può promuovere e proporre grazie all’avvenuta integrazione di esperienze e competenze diversificate. Qui il programma completo.
Ad aprire i lavori saranno Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana e Roberto Negrini, presidente di Legacoop Toscana.
La relazione introduttiva sarà invece affidata alla presidente dell’Area Welfare Eleonora Vanni. Vanni porrà l’attenzione in particolare (ma non esclusivamente) su due le frontiere di una moderna cooperazione: la sharing economy e il welfare aziendale sempre però nell’ottica di chi «non vuole catapultarsi nell’ignoto per il solo piacere della scoperta», ma al contrario «vuole aprire un varco perché anche chi parte
svantaggiato possa superarlo e perché quello che sta dall’altra parte sia il frutto della co-costruzione di uno spazio di parità, equità, partecipazione democratica e creatività».
La sharing economy, dunque. Una contenitore, secondo Vanni, che va interpretato secondo un’ottica cooperativa basata « sui principi della condivisione e dell’emancipazione delle persone chge da consumatori passivi di servizi devono trasformarsi in a produttori di ricchezza e socialità», anche perché se è vero che «alcune piattaforme hanno generato valore, anche economico, senza abbandonare lo spirito che le aveva animate, altre sono entrate a pieno nella logica della finanza che ne ha sostenuto la crescita a volte anche agendo negativamente su equilibri economici e sociali di territorio o sfruttando impropriamente la crescente e positiva propensione alla condivisione delle persone». La proposta di Legacoop è dunque quella di uno sharing welfare che sperimenti « un modello di welfare di comunità che coinvolga attivamente più soggetti del territorio, anche apparentemente o storicamente lontani, con modalità innovative di relazione per trovare soluzioni a bisogni complessi di salute (sociale, sanitario, lavorativo, abitativo, di qualità della vita) in un’ottica di sviluppo di comunità e basandoci su logiche e strumenti diversi da quelli tradizionali».
Capitolo welfare aziendale. Anche qui la parola chiave è “comunità”. Dice la Vanni: « Numerose sono le ragioni che hanno spinto le cooperative ad esplorare questa nuova opportunità: dalla massiccia introduzione nei CCNL, all’interesse delle imprese per le positive ricadute sul clima organizzativo e sulla produttività, alla crescente attenzione alla conciliazione familiare e agli effetti socio-economici del lavoro di cura, al sostegno delle politiche pubbliche. Un ambito aperto all’innovazione nel quale il know how e la distintività delle cooperative sociali può costituire un elemento di qualificazione e soprattutto di integrazione con l’intero sistema di welfare: dall’abitare singolo all’integrazione con le politiche abitative e le risorse pubbliche, dall’organizzazione mutualistica della domanda all’integrazione con il sistema pubblico di servizi alla persona».
«Promuovere strategia d'integrazione all'interno del socio sanitario è oggi una priorità per due motivi», interviene Paolo Venturi, direttore di Aiccon. Che aggiunge: «Il primo ha a che fare con la natura dei bisogni ossia sono sempre più personalizzati e perciò per rispondere a bisogni plurali, servono governance plurali. Il secondo motivo ha a che fare con l'impatto. Nell'era del welfare state l'impatto sociale si otteneva aggregando gli uguali (per omogeneità), oggi vista l'importanza dell'innovazione sociale,
è necessario aggregare i diversi ( per eterogenità) e condividere un fine comune».
Infine la chiosa di Mauro Lusetti, numero uno della Lega delle cooperative che a Firenze terrà le coclusioni del convegno: «L’innovazione della rappresentanza per aree riflette l’evoluzione del ruolo delle cooperative nel mercato e nella società e va nella direzione di appropriatezza a bisogni sociali nuovi e complessi».
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