Welfare
Nuovi Lea, addio
È “sparita” la copertura finanziaria per i Livelli essenziali di assistenza. Associazioni sul piede di guerra. «Almeno sia garantito l’aggiornamento del nomenclatore», attacca la Luca Coscioni
Caduti sotto la sforbiciata di Tremonti. Sembra questo il destino dei tanto agognati nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza che devono essere erogati dal Servizio sanitario nazionale. Dopo una lunga battaglia che aveva visto in campo molte associazioni, il governo Prodi li aveva approvati in extremis con un Dpcm datato 23 aprile 2008. Due mesi dopo, però, i nuovi Lea scompaiono per mancata copertura finanziaria, dentro il calderone dei tagli ministeriali previsti dal Dpef nel decreto n. 112 del 25 giugno 2008.
A confermarlo a Vita è un funzionario della contabilità della Ragioneria di Stato. La stessa Ragioneria era stata chiamata in causa a fine giugno dal ministro del Lavoro, salute e politiche sociali, Maurizio Sacconi, che aveva definito i Lea voluti dall’ex ministro alla Salute, Livia Turco un «libro dei sogni senza copertura finanziaria, a cui manca il bollino d’approvazione della Ragioneria generale, che ha valutato in un miliardo di euro le spese aggiuntive». Strana cosa, quella del bollino. Perché «fino al precedente governo, prima di firmare un decreto il ministro aspettava sempre l’ok della Ragioneria», spiega il funzionario. Così è stato per il Dpcm del 23 aprile: i rinnovati Lea quindi la copertura l’avevano. Ma ora il nuovo esecutivo ha cambiato le regole: «Per la prima volta, i tagli vengono decisi a monte dai singoli ministeri». Da qui la sforbiciata. «La bollinatura non era mai stata un problema, prima», interviene Pietro Barbieri, presidente della Fish. «Piuttosto, se ci sono dei tagli, che lo dicano in modo chiaro, spiegandoci le motivazioni e le intenzioni future». Barbieri non nasconde una certa amarezza: «L’unica certezza attuale è che i Lea sono fermi. Per il resto, confusione: persino
le due sottosegretarie interessate (Eugenia Roccella e Francesca Martini, ndr) ci hanno fornito informazioni discordanti».
A fronte di questo stop improvviso, c’è chi prova a “orientare” il governo: «Salviamo almeno il nomenclatore tariffario, rendendolo indipendente dai Lea. Il tariffario attuale è datato 1999, non aggiornarlo sarebbe una presa in giro incredibile», afferma Marcello Crivellini, docente di Analisi di sistemi sanitari al Politecnico di Milano e membro dell’associazione Luca Coscioni, che per chiedere la revisione dei Lea nei mesi scorsi aveva promosso uno sciopero della fame. «La preoccupazione è alta. Siamo in ritardo di anni, e nella totale illegalità», continua Crivellini. «Vediamo quello che recepisce ora il governo: se non passa al più presto almeno il nomenclatore, non esiteremo nel tornare a protestare. E a farlo in modo ancor più deciso che in passato».
Per saperne di più:
Associazione Luca Coscioni
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