A volte a fare questo mestiere (il giornalista, cioé ci sto provando…) si rischia di perdersi sempre qualcosa. Mentre molti giornali celebravano (giustamente) la partecipazione alla Coppa d’Asia della Nazionale di calcio palestinese, un allenatore italiano iniziava una nuova avventura all’estero. E non nei lussuosi campi della Premier o della Liga, ma proprio in Palestina, precisamente a Hebron, uno dei territori considerati una roccaforte di Hamas.
Stefano Cusin, classe 1968, è uno che ama viaggiare. A parte essere nato in Canada, ha giocato e allenato in Italia (Arezzo e Montevarchi ), Europa (Botev Plovdiv) in Africa (Libia, Camerun e Congo) e nelle squadre del Golfo Persico tra Emirati e Arabia Saudita condividendo per un decennio panchina ed esperienze con un altro giramondo, l’ex Uomo Ragno Walter Zenga. Ora però Stefano ha deciso di camminare da solo. Prendendo in mano grazie all’offerta di un procuratore egiziano l’Ahli al Khalil di Hebron squadra che partecipa al campionato della Cisgiordania, dove nell’ultima stagione occupava posizioni di metà classifica.
I petrodollari sono lontani, i palcoscenici di primo livello pure, ma la determinazione è da Champions League. “E’ un’esperienza che va oltre lo sport- ha spiegato al Giornale.it- e voglio essere un precursore. Là c’è una gioventù che ha voglia di calcio”. E neanche le difficoltà sembrano intimidirlo. Né la sicurezza (“Il presidente mi ha assicurato che la città è tranquilla e sarà garantita la sicurezza mia e del preparatore atletico che verrà con me, Gianluca Sorini “) e né i problemi logistici. L’obiettivo è il campionato, ma forse in Palestina, da dimostrare c’e’ qualcosa di più.
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