Politica & Scuola
Nuove indicazioni nazionali, se ne può parlare?
Chiude l'11 aprile la piccola finestra prevista perché il mondo della scuola possa esprimere la sua opinione sulle nuove Indicazioni Nazionali. Una consultazione che nei tempi e nei modi non ha aperto un vero confronto. I Presidenti dei corsi di studio di Scienze della Formazione Primaria non sono stati nemmeno auditi dalla Commissione Perla. E così si sono autoconvocati per un confronto pubblico

L’11 marzo è stato pubblicato il testo delle nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo di istruzione. A seguire la commissione che lo ha redatto, coordinata dalla professoressa Loredana Perla, ha avviato un processo di consultazione dai tempi incalzanti, coinvolgendo numerose società scientifiche, associazioni professionali, conferenze universitarie: un mondo professionale e scientifico ampio, ricco di risorse, variamente rappresentato, che si occupa di formazione degli insegnanti, di ricerca didattica e disciplinare.
Alcune società hanno comunicato di non poter esprimere un parere senza avere un tempo adeguato per la lettura (ad esempio, la Società di Storia della Lingua Italiana). Ai convocati è richiesto un testo di massimo 8mila battute e le audizioni concedono solo pochi minuti per presentare i punti sollevati.
Interpellare senza ascoltare
Questo processo di consultazione ha coinvolto anche le scuole, mediante un questionario la cui fragilità metodologica è stata più volte evidenziata, così come l’intenzionalità retorica di interpellare le scuole senza davvero ascoltarle. Il questionario è infatti composto da domande che non lasciano spazio a commenti critici sul testo, con uno spazio per le note estremamente limitato. Questo limite è stato contestato a tal punto (si veda, fra gli altri l’intervento di Cristiano Corsini) da indurre il ministro Giuseppe Valditara ad aprire una casella di posta per ricevere ulteriori contributi da parte dei docenti. Anche in questo caso, i tempi sono strettissimi: alle scuole è stato richiesto di compilare il questionario entro l’11 aprile. Se conosciamo un po’ il mondo della scuola, sappiamo che leggere un testo di 153 pagine, confrontarsi tra colleghi e con il dirigente, e poi compilare un questionario, mentre la scuola e la sua vita complessa devono proseguire, richiede tempi ben più distesi e uno spazio diverso per valorizzare la prospettiva dei professionisti sul campo.
Scienze della Formazione Primaria, presidenti esclusi
Tra i vari soggetti convocati per le audizioni non è stato incluso il Coordinamento Nazionale dei Presidenti dei corsi di studio di Scienze della Formazione Primaria. A beneficio di chi non è addetto ai lavori: la formazione e l’abilitazione all’insegnamento degli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, da oltre 25 anni, è saldamente collocata in un corso di studio quinquennale a ciclo unico, denominato appunto “Scienze della Formazione Primaria”. E quasi fin dalla sua origine, le sedi universitarie che accolgono questo corso di studi hanno dato vita a un Coordinamento Nazionale dei Presidenti, al fine di confrontarsi e affrontare in modo congiunto temi, sfide e questioni emergenti relative a questo percorso.
Questa mancanza di considerazione, insieme a una preoccupazione rispetto alla qualità delle bozze delle Indicazioni Nazionali — condivisa con molti rappresentanti di quel ricco mondo scientifico e professionale — ha spinto il Coordinamento a organizzare un evento di riflessione su tali bozze. L’evento si terrà il 10 aprile, dalle 16.30 alle 19.30, con il titolo: Nuove Indicazioni Nazionali per il I ciclo di istruzione. Per un tempo di dialogo e di pensiero democratico, scientifico, interdisciplinare e interprofessionale.
L’autoconvocazione per il confronto
È un evento rivolto a studenti, insegnanti e dirigenti scolastici, educatori, colleghi universitari e a tutti i cittadini interessati, per riflettere su questo nuovo documento d’indirizzo offerto al dibattito e sul futuro della nostra scuola, attraverso uno spettro ampio di voci e prospettive. L’evento è promosso da 32 sedi universitarie del Coordinamento e si svolgerà sia in presenza, contemporaneamente in 7 università collegate tra loro (Università di Milano-Bicocca, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Roma Tre, Università di Genova, Università di Trieste, Università di Enna “Kore”), sia a distanza, poiché sarà trasmesso sul canale YouTube del Coordinamento.
Interverranno i Presidenti dei corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria di numerose sedi e i rappresentanti di 9 società scientifiche e associazioni professionali (Centro Italiano per la Ricerca Storico-Educativa; Società Italiana di Didattica della Storia; Associazione per la Storia della Lingua Italiana; Comitato Nazionale per l’Apprendimento della Musica per tutti gli studenti; Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica; Società Italiana di Pedagogia; Coordinamento Docenti di Biologia presso Scienze della Formazione Primaria; Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia; Movimento di Cooperazione Educativa; Associazione Professionale Proteo Fare Sapere; Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti). E queste sono solo alcune delle società che si sono espresse in queste settimane, producendo documenti di lettura critica delle bozze.
I rilievi critici
Quali sono i rilievi critici che, in prima istanza, il Coordinamento ha ravvisato (e che si riserva di elaborare ulteriormente), chiedendo alla Commissione un tempo adeguato per un confronto democratico su un tema così rilevante per la scuola? Il testo delle bozze presenta una costruzione linguistica a tratti poco curata e quasi colloquiale, in altri momenti retorica e paternalistica, con frasi ad effetto e una connotazione ideologica evidente. Questo è particolarmente visibile nella parte introduttiva e in alcune discipline — in primis la storia — che guardano alla cultura cattolica e cristiana in modo univoco, nominando un presunto “Occidente” identificato tra Atene, Roma e Gerusalemme.

A fronte di ciò, si intravedono solo timide aperture, in nome del rispetto di sé e dell’altro, alla pluralità di culture, lingue, religioni e differenze di ogni tipo: un patrimonio che la globalizzazione e le grandi migrazioni hanno generato, consegnando alla società contemporanea e futura un volto nuovo, che la scuola non può né ignorare né normalizzare. Può piuttosto accogliere, valorizzare, accompagnare, armonizzare, per dare spazio alla novità di questo scenario e alle sue spinte evolutive.
Il linguaggio adottato risulta invece datato, retrò, e incoerente con i principali documenti pedagogico-culturali di indirizzo per la scuola, sia a livello nazionale che internazionale.
L’approccio metodologico-didattico appare incoerente: se da un lato si fanno riferimenti all’attivismo e a figure di rilievo internazionale come Maria Montessori, dall’altro manca una descrizione dell’“ambiente di apprendimento”. Che cosa ne direbbe la Montessori? Vengono elencati numerosi contenuti, talvolta sotto forma di obiettivi di apprendimento generali e specifici, e sono presenti box con esempi di attività che rimandano a un’idea di didattica centrata sull’insegnante, sui contenuti, in una logica che risulta prescrittiva.
Molti passaggi richiamano l’interiorizzazione di regole, la buona educazione, e fanno riferimento a “piccoli tiranni” cresciuti in famiglia che troverebbero finalmente nella scuola un luogo di civilizzazione. È quasi del tutto assente una visione positiva, generativa e creativa delle nuove generazioni. Nella parte relativa alla scuola dell’infanzia, non emerge l’idea di bambino competente, ricercatore, sperimentatore e costruttore di saperi, presente nelle precedenti Indicazioni Nazionali e ampiamente documentata dalla letteratura pedagogica.

Questi sono solo cenni di un lavoro complesso, in corso, a più mani e più voci, per la revisione del testo. Ma questo richiede tempo e volontà di avviare un vero processo di dialogo e di pensiero, democratico, scientifico, interdisciplinare e interprofessionale, come afferma il titolo dell’evento, al quale auspichiamo — e chiediamo — venga dato seguito in modo serio.
A questo evento è stata invitata anche la Commissione, che ha comunicato di non poter partecipare. ha però inviato al Coordinamento una frettolosa convocazione per un’audizione, arrivata venerdì 4 aprile per lunedì 7 aprile, richiedendo un testo di massimo 8mila battute. Non ci sembrano i presupposti migliori per rispondere a questo appello.
Giulia Pastori è professoressa ordinaria presso il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione R. Massa dell’Università di Milano-Bicocca e presidente del corso di laurea in Scienze della formazione primaria della Bicocca. In apertura, foto di Francesco Cusenza, Sintesi
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