Volontariato

Nuove frontiere per la raccolta

Avis ripropone la campagna rivolta agli stranieri

di Redazione

Niente più sangue per i pronto soccorsi? Emoteche (cioè enti o laboratori che immagazzinano il sangue donato) vuote? Di fronte all’annuale crisi estiva dei donatori, l’Avis cambia strategia. E si rivolge ai nuovi cittadini.

Siccome «Il sangue è uguale per tutti» (questo lo slogan dell’iniziativa promossa da Avis Lazio), perché non chiederlo anche agli immigrati che vivono sul nostro territorio? D’altra parte, «l’integrazione non si fa solo lavorando e pagando le tasse», spiega il vice-presidente della sezione laziale, Riccardo Mauri. E così, venerdì scorso, a Roma, in piazza santa Croce in Gerusalemme, l’Avis ha dato appuntamento a tutti i suoi donatori stranieri per lanciare la campagna «Il sangue è uguale per tutti». Non erano molti (una quarantina), ma quella di venerdì è solo una delle tappe di un percorso di collaborazione più ampio, iniziato quattro anni fa.

«Un gruppo di sri lankesi ci ha contattato, subito dopo lo tsunami, per contraccambiare alla solidarietà che partiva dal nostro Paese, donando sangue» ricorda Mauri. L’idea, insomma, è venuta a loro. Così Avis Lazio ha iniziato a coinvolgere centri islamici, la moschea, i consolati e le associazioni di stranieri nelle campagne di sensibilizzazione. Nella maggior parte dei casi si è trattato di riunioni informative; in altri di vere e proprie raccolte organizzate. L’anno scorso i donatori stranieri a Roma sono stati 300; circa 500, invece, in tutto il Lazio. Non male, ma «noi andiamo avanti» chiarisce Mauri. Per la campagna estiva sono già stati stampati migliaia volantini in 11 lingue diverse e distribuiti in tutti gli sportelli di Western Union del Lazio. Ed è in programma un’altra raccolta organizzata per fine estate.

Sono vari, d’altra parte, i progetti di Avis rivolti agli stranieri sul territorio nazionale. Silvia Pollari è la referente di quello lombardo. «Non sappiamo quanti sono i nostri donatori stranieri perché, pur facendo campagne mirate, non li sottoponiamo a trattamenti (nemmeno statistici) diversi dagli altri». Avis Lombardia fa campagne informative in varie lingue nei centri d’aggregazione degli stranieri a Milano e provincia (soprattutto parrocchie) e usa media etnici per lanciare il suo messaggio. «Abbiamo inoltre avviato contatti con le associazioni attive sul territorio, con l’aiuto di mediatori culturali» aggiunge Pollari. Due, poi, le raccolte organizzate dagli stranieri: una al centro islamico di Monza e l’altra alla moschea di Segrate. L’Avis, insomma, punta sugli stranieri.

Daniela Verlicchi


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