Comitato editoriale
Nuove frontiere nel trattamento dei tumori del sangue
Si celebra il 21 giugno la giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma promossa con l'obiettivo di sostenere la ricerca che negli ultimi anni ha reso sempre più concrete le speranze di disporre di terapie efficaci e con minori effetti collaterali. Dalle 8 alle 20 sarà attivo il "Numero verde Ail - Problemi ematologici": illustri ematologi italiani risponderanno a pazienti e familiari
Da sempre la Giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma è l’occasione – come ha ricorda il presidente di Ail Sergio Amadori – per fare il punto sulle ricerche per il trattamento di questi tumori del sangue. «Il messaggio che vogliamo far arrivare a tutti è estremamente positivo perché» ha detto con forza Amadori «l’ultimo decennio ha segnato un punto di svolta fondamentale sul piano della sopravvivenza: la vita si è allungata sensibilmente e la possibilità di guarire è sempre più alta». Sono sempre più concrete, infatti, le speranze di disporre di terapie efficaci per le persone colpite da tumori del sangue. L’immunoterapia e la tecnologia Car‐T negli ultimi anni hanno “rivoluzionato” la lotta contro i tumori. L’idea su cui si basa la tecnologia Car-T è quella di “sfruttare” la capacità del sistema immunitario di riconoscere il cancro.
«L’immunoterapia e la tecnologia Car-T sono progressi importanti e speriamo possano cambiare la storia clinica di diversi tipi di tumore. Oggi l’immunoterapia, che stimola le cellule del sistema immunitario a combattere il cancro, rappresenta un importante passo in avanti nel trattamento della malattia e sta aprendo nuove prospettive» ha sottolineato Amadori.
Il tavolo dei relatori alla conferenza di presentazione della Giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma
Presentando la Giornata nazionale che si celebra il 21 giugno, il presidente Amadori ha voluto ricordare che il sogno dell’Ail «è guarire tutti i pazienti ed è un traguardo verso il quale marciamo ad alta velocità perché oggi la malattia la possiamo guardare negli occhi e combattere la sfida». Un altro aspetto fondamentale è quello qualità della vita dei malati. E qui si inserisce l’iniziativa “… sognando Itaca”, la velaterapia attraverso la quale le persone si riappropriano della propria vita. «Da undici anni questo percorso riabilitativo psicologico dei pazienti è diventato nazionale» ha ricordato il vicepresidente di Ail, Daniel Novato. A oggi sono stati 290 i pazienti che hanno partecipato all’edizione 2018 che, partita il 4 giugno da Trieste, si concluderà a Taranto proprio in occasione della giornata nazionale del 21 giugno. «Ci sono tante persone che si mettono in gioco in questa avventura e» ha aggiunto Novato, «l’esperienza in barca a vela funziona perché si instaurano rapporti, siamo tutti insieme medici, psicologi, infermieri, paziente e poi un altro aspetto da non trascurare è che quando si è al largo dalla barca non si scende». Itaca non è il traguardo di Ulisse, è invece il viaggio, un momento sportivo e il compito di approfondire questo aspetto dell’iniziativa è stato affidato ad Alessandra Sensini, campionessa olimpica e vicepresidente del Coni. «L’idea di sostenere un’iniziativa così come testimonial è un piacere e l’idea che lo sport sia utile è qualcosa che mi emoziona. Essere in mare su un’imbarcazione è un’esperienza particolare, capace di legare le persone tra di loro».
Il presidente Amadori ha anche ricordato come lo sport in sé sia anche terapeutico, migliori la qualità della vita e recenti studi scientifici hanno dimostrato come fare attività sportiva scateni nel fisico reazioni antitumorali. «Il Coni è vicino a proposte di questo tipo e non dimentichiamoci anche dei tanti atleti che sono tornati a gareggiare dopo un tumore» ha aggiunto Sensini.
Per quanto riguarda il Mieloma multiplo, tanto da determinare un miglioramento di oltre il 50% del tasso di sopravvivenza a 5 anni. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla disponibilità di farmaci con nuovi meccanismi d’azione, che hanno migliorato l’efficacia delle terapie diminuendone la tossicità. «Si è aperta una nuova strada. Avere come alleato il sistema immunitario nella lotta contro il tumore è un’idea che risale a tanti anni fa ma, fino a non molto tempo fa, mancavano gli strumenti. Ora sono arrivati, suscitando grande entusiasmo nella comunità scientifica» ha spiegato il professor Mario Boccadoro, Direttore Divisione Universitaria di Ematologia Città della Salute e della Scienza di Torino. «Oggi, sono disponibili gli anticorpi monoclonali che colpiscono specificamente le cellule tumorali e sono già utilizzati nella pratica clinica. Sono in corso di sperimentazione altri anticorpi con doppia specificità o coniugati a tossine».
La ricerca in ambito ematologico è molto vivace e sta portando risultati importanti per molti tumori del sangue. Anche per i linfomi ci sono risultati significativi. «La ricerca sta procedendo in modo spedito ed è particolarmente attiva nel campo dell’immunoterapia. Ottimi segnali stanno arrivando da diverse molecole in fase avanzata di sperimentazione e dall’impiego della immunoterapia cellulare» ha dichiarato il Maurizio Martelli, professore associato di Ematologia Università di Roma Sapienza «La chemioterapia e la radioterapia saranno sempre meno utilizzate e si otterranno migliori risultati per la sopravvivenza dei pazienti».
Si è ricordato come per 40 anni si è utilizzata la polichemioterapia per il trattamento delle Leucemia mieloide acuta, seguita da terapia di consolidamento e successivamente trapianto di cellule staminali emopoietiche. Questa terapia ha dimostrato di indurre remissioni di lunga durata e anche guarigioni. Tuttavia i risultati con queste terapie non sono soddisfacenti se paragonati a quelli ottenuti con i farmaci a bersaglio molecolare usati per altri tumori del sangue. «Quest’ultimo anno è stato particolarmente ricco di nuove opzioni terapeutiche» ha detto il professor Fabrizio Pane, Direttore U.O. di Ematologia e Trapianti, A.O.U. Federico II di Napoli. «Sono stati registrati dagli enti regolatori internazionali, quattro nuovi farmaci per la Leucemia mieloide acuta: una nuova formulazione di citosina arabinoside e daunorubicina, due farmaci a bersaglio molecolare e un anticorpo monoclonale coniugato a un chemioterapico». La ricerca, sia per la scoperta di un nuovo farmaco o per un nuovo utilizzo di uno già disponibile, richiede investimenti importanti, che devono essere sostenuti per periodi lunghi, per poter essere sottoposti a tutti i test utili a verificarne efficacia e sicurezza. La Fondazione Gimema, Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto, da oltre 30 anni promuove la ricerca clinica indipendente sui tumori ematologici. «Uno degli obiettivi era migliorare le conoscenze scientifiche e fare in modo di trasferirle anche ai centri meno esperti distribuiti sul territorio italiano, questo per venire incontro alle esigenze di chi è affetto da una Leucemia acuta. Questi pazienti sono particolarmente fragili, quasi sempre “non trasportabili”, quindi la diagnosi e l’inizio della terapia devono essere tempestivi, ed è cruciale che tutto venga fatto presto, bene e quanto più vicino possibile al luogo di residenza», ha spiegato Marco Vignetti, Direttore Centro Dati Gimema e vice presidente nazionale Ail. L’associazione contribuisce a finanziare la ricerca del Gimema devolvendo ogni anno il 10% delle sue donazioni del 5 per mille. «Ail sostiene inoltre la ricerca ematologica in Italia attraverso una serie di attività di supporto, svolte dalle 81 sezioni provinciali che, affiancando i centri di cura, consentono di facilitare l’assistenza necessaria ai pazienti arruolati negli studi clinici e alle loro famiglie».
In occasione della tredicesima giornata nazionale, il 21 giugno, alcuni tra i più illustri ematologi saranno a disposizione di chi ne ha bisogno per fornire risposte e consigli al numero verde Ail – Problemi ematologici 800.226524 (dalle ore 8 alle 20), «lo scorso anno sono state oltre 500 le telefonate», ha ricordato Amadori.
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