Economia
Nuove aderenti a Legacoopsociali, la metà sono del sud
Delle 224 nuove realtà aderenti all'associazione nazionale tra il 2018 e il 2020, quindi in un triennio che comprende la pandemia, 112 arrivano dal Mezzogiorno e dalle Isole. «È un momento in cui occorre lavorare per un futuro di crescita economica e di coesione sociale da percorrere contemporaneamente», sottolinea la presidente nazionale Legacoopsociali Eleonora Vanni
di Redazione
Sono 224 le nuove cooperative aderenti a Legacoopsociali tra il 2018 e il 2020, nel triennio segnato dalla pandemia, e di queste sono 60 quelle che hanno aderito nel 2020. Il 50% di queste nuove adesioni sono arrivate dal Mezzogiorno, Isole comprese. Il 40% sono cooperative di tipo A (servizi alla persona), il 28% sono cooperative A+B (servizi alla persona e di inserimento lavorativo), il 28% sono coop sociali di tipo B (inserimento lavorativo) e il 4% sono Consorzi. Sono questi i numeri analizzati durante il webinar di benvenuto con la partecipazione della presidente nazionale Legacoopsociali Eleonora Vanni, il direttore di Aiccon Paolo Venturi, Liliana Cavatorta del Gruppo Unipol e il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti. Il coordinatore nazionale Diego Dutto e la responsabile Progetti Felicia Gemelli hanno presentato la bussola dei servizi e Sent con i percorsi di innovazione della cooperazione sociale.
«Viviamo un momento in cui le importanti risorse distribuite a cittadini e imprese ristorano – ha sottolineato la presidente Vanni – ma non producono di per sé sviluppo, un momento in cui occorre lavorare per un futuro di crescita economica e di coesione sociale da percorrere contemporaneamente. Occorrono nuove visioni e coraggio per un tempo assolutamente nuovo, uno scenario che non ha precedenti, né termini di paragone. Ecco perché provare a coinvolgere più da vicino le cooperative che hanno aderito in questi ultimi tre anni e avviare con loro un ‘viaggio cooperativo’ che apporti visione e motivazioni di chi: si è costituito in forma cooperativa in questi ultimi tre anni e/o, pur costituito da più tempo, ha deciso in questi ultimi tre anni di aderire a Legacoop».
Il presidente nazionale di Legacoop Lusetti ha invece aggiunto che «chi ha fatto la scelta nel mondo del lavoro con una cooperativa ha voluto marcare con chiara evidenza che si è posto il problema di cambiare quel pezzo di società in cui vive con la propria cooperativa. Non accettare ciò che troviamo e metterci in discussione andando nelle fratture della società è l’elemento che caratterizza questa scelta. Uno dei mali peggiori che possiamo subire è l’omologazione all’impresa privata. Perché è brutta e cattiva? No, perché ha fini diversi. Noi siamo ‘nativi trasformativi’ e non abbiamo bisogno degli Sdgs dell’Onu per essere definiti “sostenibili”».
«È bello che si faccia un’iniziativa per le cooperative neo aderenti come un open day dell’associazione», sottolinea invece Paolo Venturi, «Non solo innovare e cooperare ma anche celebrare quello di buono che è stato fatto. Condividere e comunicare ciò che si fa ma non in modo autoreferenziale o retorico: fare questa iniziativa significa rendere concreto il motivo perché si fa cooperazione».
«A seguito della drammatica crisi sanitaria, economica e sociale ci siamo trovati come in un crash test per capire se siamo stati resilienti ed efficaci negli approcci. Saranno importanti l’empatia, la capacità di lavorare in squadra, di comunicare. Sarà importante per le organizzazioni mettersi in sintonia con il contesto esterno trasformando e adattandosi ai cambiamenti», ha infine concluso Liliana Cavatorta.
Photo by Massimo Adami on Unsplash
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