Politica

Nuova mobilitazione del comitato «Il Welfare non è un lusso»

Doppio presidio giovedì 14 ottobre alla Regione Campania e al Comune di Napoli

di Redazione

È prevista la partecipazione di centinaia di operatori sociali e di familiari degli utenti alla manifestazione organizzata a Napoli per giovedì 14 ottobre 2010 dal comitato Il welfare non è un lusso, con presidi presso le sedi della Regione Campania (ore 10.00, via Santa Lucia) e del Comune di Napoli (ore 12.00, Palazzo San Giacomo). In questa occasione saranno sospesi tutti i servizi socio-assistenziali gestiti dalle cooperative sociali e dalle associazioni che sono rappresentate dal comitato Il welfare non è un lusso. Si tratta di oltre 150 organizzazioni, tra cui i consorzi Gesco e Solco, l’Associazione Quartieri Spagnoli e le rappresentanze campane di Cnca, Movi, Legacoopsociali, Forum Terzo Settore, che insieme contano migliaia di operatori sociali in tutta la Campania e realizzano servizi per decine di migliaia di persone, tra cui anziani, disabili, immigrati, tossicodipendenti, bambini e adolescenti, sofferenti psichici. Nel corso del duplice presidio, una delegazione chiederà di essere ricevuta prima dal presidente regionale Stefano Caldoro e dagli assessori alle Attività sociali Ermanno Russo e al Bilancio Gaetano Giancane, poi dal sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo e dagli assessori comunali al Bilancio Michele Saggese e alle Politiche sociali Giulio Riccio.

L’obiettivo è chiedere misure concrete di sostegno alle attività delle cooperative sociali e delle associazioni, che da anni si fanno carico di quote di responsabilità pubblica, garantendo qualità, efficienza e continuità dei servizi sociali e socio-assistenziali, nonostante annosi ritardi nei pagamenti delle convenzioni, sia da parte della Regione che dei Comuni della Campania. La mobilitazione vuole inoltre sollecitare le istituzioni locali a ridare centralità alle politiche sociali, in una regione in cui oltre una famiglia su quattro è alle soglie della povertà, la disoccupazione è doppia rispetto a quella nazionale ma la spesa sociale è la più bassa d’Italia: 32,8 euro per persona, meno di un decimo di quella della Valle D’Aosta.

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