Non profit

Nuova Avis: buone ragioni per donare

L'Avis guarda a tecnologie e formazione per diffondere sempre più la cultura della condivisione. E con Internet cerca di vincere la ritrosia dei giovani

di Barbara Fabiani

Forte di un?eredità di settant?anni di esperienza e d?impegno l?Avis ha deciso che è giunto il momento di rinnovarsi e ha scelto la 64° assemblea nazionale per lanciare la nuova parola d?ordine : ?L?Avis cambi@ l?Avis?. «Dobbiamo adeguare il nostro modo di operare e di comunicare alle caratteristiche di una nuova società che è diventata più complessa e più dinamica. I nostri principali referenti, i cittadini donatori e potenziali donatori, sono cambiati anche loro e si sono diversificati. Servono nuove strategie per portare il nostro messaggio e per affrontare le vecchie e nuove esigenze», così il presidente Pasquale Colamartino ha descritto il nuovo approccio di marketing sociale a cui si vuole aprire l?associazione.
Riuscire a coinvolgere i giovani è la principale preoccupazione di questa come anche di altre organizzazioni che si occupano di donazione del sangue. Con i progressi della medicina aumenta l?esigenza di sangue (4 – 6% di richieste ogni anno) mentre progressivamente diminuisce il numero dei donatori (calato del 2% dal ?97 al ?98) e si alza la loro età media. Una tendenza che rischia di aggravarsi se non si convinceranno le giovani generazioni a condividere questo gesto di solidarietà.
E qui entra in gioco la capacità di dialogare con soggetti diversi e che hanno ognuno una particolare rappresentazione, elaborata chissà come, della pratica della donazione. Una recente indagine condotta dall?Abacus per Avis nell?Emilia Romagna, dove notoriamente la cultura sociale è molto sentita, ha rivelato che i ragazzi immaginano il donatore di sangue ?tipo? come un ?un uomo nel pieno della maturità, ma di spirito giovanile che si occupa saggiamente della propria salute?; insomma, nel bene e nel male, la donazione è ?roba da grandi? e in definitiva qualcosa che mal si concilia con la cultura del divertimento e della discoteca che in una certa sfera di età sembra concentrare l?attenzione di molti ragazzi.
Anche quando si tratta di adulti le resistenze non mancano. Basta l?approccio solidaristico per convincere a donare quel 15% di persone che è terrorizzata da aghi, siringhe e ospedali? Che tipo di sollecitazioni dare a un altro 15% di cittadini che dicono di non essersi mai decisi a donare non tanto per insensibilità ma per semplice pigrizia? E che servizi escogitare per quel 10% che dice di non avere tempo, ingoiato dagli impegni di lavoro e familiari? L?Avis è pronta a mettersi al lavoro per rispondere a tutte queste domande.
È necessario, però, far cambiare atteggiamento anche alle agenzie nazionali di comunicazione: «Il punto dolente», commenta Colamartino, «è la mancanza di risorse investite nell?informazione istituzionale e nella promozione del dono del sangue, e per questo mi rivolgo direttamente ai presidenti Rai e Mediaset per ottenere più spazi informativi sulle televisioni nazionali».
Non c?è però vero rinnovamento che non parta anche dall?interno. L?efficacia della comunicazione riguarda anche il passaggio delle informazioni e il coordinamento delle azioni tra le 2.796 sedi comunali, 93 Avis provinciali e 21 uffici regionali, nonché la sede nazionale che dell?organizzazione compongono l?articolata struttura sviluppatasi in decenni di intenso lavoro. Per affrontare questa ?complessità interna? si sta progettando una sistema Intranet che metterà in raccordo via computer tutte le sedi.
Un cambiamento che vuole essere sinonimo di crescita, sottolineano gli organizzatori, ma crescere significa anche accettare nuove responsabilità, per questo, altra novità annunciata, l?Avis si sta preparando per partecipare alla cooperazione internazionale. L?intenzione è quella di portare nei paesi in via di sviluppo le conoscenze mediche, le tecniche di analisi e la strumentazione per promuovere la cultura della donazione solidaristica e soprattutto sicura. Un lavoro che l?Avis fa dal 1926 quando il dottor Vittorio Formentano fece pubblicare con un annuncio sul Corriere, a Milano, un appello per costituire un gruppo di volontari per la donazione del sangue.
Servivano donatori pronti e controllati e contemporaneamente lottare contro la compravendita di sangue. Risposero in 17 che, due anni dopo, fondarono l?associazione, oggi è una delle più grandi sul panorama mondiale. Con 850.229 associati l?Avis raccoglie circa l?80% del fabbisogno nazionale di sangue.

Info: Avis nazionale
tel. 02.6883360 ? 6071707
www.avis.it

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