Famiglia

Numero d’emergenza ai volontari. Pronto intervento bambini? Azzurro

Parte la sperimentazione del 114, numero di soccorso per l’infanzia. Il ministero delle comunicazioni lo affida al professor Caffo che ringrazia e avverte: "occorre una rete"

di Paolo Manzo

Un servizio totalmente gratuito e attivo 24 ore su 24, per 365 giorni all?anno, a difesa di bambini e adolescenti. È il 114, nuova help-line attiva dal prossimo 25 marzo in via sperimentale per tre mesi a Milano, Palermo e in provincia di Treviso, affidata a Telefono Azzurro.
Durante la fase di sperimentazione l?accesso sarà limitato alla telefonia fissa poi, progressivamente, la copertura del servizio sarà estesa a tutto il territorio nazionale e ai cellulari. Il 114 sarà in grado di attivare immediatamente le agenzie territoriali preposte alla salvaguardia del bambino e sarà monitorato quotidianamente, in accordo con gli standard qualitativi previsti dalla Carta europea delle linee telefoniche per l?infanzia.
Si occuperà di raccogliere denunce ma anche segnalazioni riguardanti trasmissioni radio-televisive, pubblicità, articoli di giornale, siti Internet, i cui contenuti siano ritenuti non adeguati per lo sviluppo di un bambino.
Ma il 114 avrà bisogno di una rete di operatori sul territorio per rispondere alle necessità degli utenti (forze dell?ordine, comuni, Asl, centri di giustizia minorile, scuole, procure). Altrimenti rischierà di essere un “contenitore poco efficace”, come confida a Vita lo stesso presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo. Che aggiunge: “Certo, questo non è un servizio che può risolvere magicamente i problemi dell?infanzia nel nostro Paese, ma può facilitare la creazione di una rete di competenze tra diverse agenzie coinvolte nell?emergenza”.
Vita: L?obiettivo è quindi organizzare una ?rete? di supporto al 114?
Ernesto Caffo: Sì, il dato importante è proprio la condivisione tra diverse agenzie dello Stato di una rete d?intervento. Il 114 potrà essere efficace quando ci sarà una risposta sempre più condivisa e qualificata verso i bambini in difficoltà.
Vita: E a questo proposito, lei vuole lanciare un appello, vero?
Caffo: Già, un appello a tutti, perché collaborino a questo progetto: un numero telefonico da solo, non può funzionare. Bisogna creare strutture per affrontare il tema dell?emergenza: quando un ragazzo scappa di casa, quando un bambino è abusato, quando ci si trova di fronte a una situazione in cui un bambino resta oggetto di violenze. Casi gravissimi e di cui molte volte parla la stampa, ma troppo tardi. In sostanza dobbiamo pensare a un servizio che possa, nell?emergenza, essere all?altezza.
Vita: Il suo appello a chi si rivolge?
Caffo: A tutte le agenzie pubbliche e del privato sociale che si occupano d?infanzia. È questo il significato di questo progetto, che è culturale, scientifico, tecnico e di aiuto. Con un chiaro obiettivo: superare la dimensione della raccolta delle chiamate e creare una rete d?intervento adeguata, nell?immediato e nel lungo termine. E questa è la cosa più complicata ed è per questo che iniziamo in tre realtà sperimentali diverse: una al Nord, una al Sud e una in un?area articolata come il Nord-Est. Per tarare questo percorso di lavoro condiviso.
Vita: E la fase successiva?
Caffo: Sarà quella dell?allargamento progressivo sul territorio nazionale, dove ci sarà una rete, per cui noi lavoreremo, capace di dare risposte. Perché se si fa un servizio e poi non ci sono le risposte, sarebbe inutile. Anzi un forte danno. Anche per questo Telefono Azzurro continuerà tutte le altre sue attività: la nostra linea per i bambini e quella per gli adulti continua a essere operativa. Come sempre.
Vita: Non vi avvarrete di finanziamenti pubblici. Perché?
Caffo: È stata una nostra scelta. Per noi il 114 è una sfida che speriamo possa dare risultati. Ma non pensiamo sia la soluzione dei problemi di un Paese, un qualcosa da dichiarare alla stampa per farsi pubblicità. Siamo gente che lavora con l?infanzia da 15 anni, e non vogliamo infondere in nessuno la sensazione che con un numero telefonico si risolvano i problemi. Auspichiamo piuttosto che tutti partecipino a questo progetto, che deve essere trasparente, e non chiediamo una lira per la gestione del 114: non vogliamo dare l?idea che Telefono Azzurro diventi una struttura pubblica.
Vita: Nell?accordo con le istituzioni, c?è solo l?attivazione della linea?
Caffo: Sì. È un numero universale affidato a noi dal ministero delle Comunicazioni con l?accordo del 26 febbraio (con la firma anche del ministero del Lavoro e delle politiche sociali e del ministero per le Pari opportunità) ma, in sostanza, è solo una linea d?accesso gratuita per tutti. È un servizio pagato dalle compagnie telefoniche, come succede per il 112, 113, 115 e 118, ed è il quinto servizio importante che si aggiungerà negli elenchi del telefono.
Vita: Operativamente quanti volontari avete coinvolto?
Caffo: Ad oggi abbiamo un call center a Milano e, di fatto, avremo diverse decine di volontari. Nella fase di sperimentazione i numeri di chiamate non saranno elevatissimi, perché il 114 non è ancora molto conosciuto. Lo promuoveremo nelle realtà specifiche, ma all?inizio le chiamate saranno poche. Per ora le postazioni di base sono 30, ma aumenteranno, sulla base delle esigenze.
Vita: Avrete bisogno di volontari, dopo i tre mesi di sperimentazione?
Caffo: Sicuramente, di volontari, operatori e tante risorse. Credo che sia una grande sfida, siamo pronti ad affrontarla ma non è un progetto che riteniamo di poter fare da soli. È indubbio.
Vita: L?obiettivo è arrivare all?intera copertura nazionale?
Caffo: Sì, nel più breve tempo possibile anche se i tempi sono legati all?impegno collettivo. Per questo è meglio essere prudenti.

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