Famiglia
Nove proposte (e un disegno di legge) per rilanciare l’affido
Il Tavolo Nazionale Affido ha presentato in Senato riflessioni e proposte per sostenere l’affidamento familiare. Le associazioni: «È necessario porre fine agli attacchi mediatici e rendere inderogabile la ratifica da parte delle regioni delle linee di indirizzo per l'affidamento familiare approvate l’8 febbraio scorso». Su iniziativa della senatrice Elisa Pirro è stato depositato il disegno di legge per istituire la Giornata nazionale dell’affidamento familiare
Nove proposte di azioni a sostegno dell’affidamento familiare e otto richieste alla politica (di cui molte a costo zero). Le hanno presentate in Senato le 19 associazioni del Tavolo Nazionale Affido in occasione del 41esimo anniversario della legge 184/1983. Tra le proposte, l’istituzione della Giornata nazionale dell’affidamento familiare per il 4 maggio, la garanzia del riconoscimento effettivo del ruolo delle associazioni e delle reti nella pratica operativa degli affidamenti familiari in tutte le sue fasi e il coinvolgimento diretto in tutti i processi relativi a proposte di legge o altri provvedimenti che hanno l’obiettivo di modifica della legge 184.
Un disegno di legge per la Giornata nazionale
«Il lavoro che fate insieme come Tavolo è importante», ha detto ai referenti delle associazioni la senatrice Simona Malpezzi, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. «Il ruolo del Terzo settore nell’ambito dell’affidamento familiare, in sinergia con lo Stato e nel rispetto reciproco, è fondamentale». La conferenza stampa si è svolta su iniziativa della senatrice Elisa Pirro (M5S), prima firmataria del disegno di legge per istituire la Giornata nazionale dell’affidamento familiare, da pochi giorni depositato con il numero 1125: «Presentare questo disegno di legge è un segnale molto importante per le famiglie affidatarie, che dedicano il loro tempo a bambini e ragazzi che hanno bisogno del calore di una famiglia ma sono impossibilitati temporaneamente a poter stare nella famiglia di origine», ha affermato Pirro.
Richieste alla politica (a costo zero)
Rendere cogente la ratifica in tutte le regioni delle linee di indirizzo per l’affidamento familiare approvate l’8 febbraio scorso dalla Conferenza Stato Regioni è una delle principali richieste presentate alle istituzioni dal Tavolo Nazionale Affido. «Questa e altre delle nostre richieste sono a costo zero. Ad esempio, il sostegno all’attivazione di tavoli, in tutte le regioni, per i minorenni fuori famiglia; la garanzia del riconoscimento effettivo del ruolo delle associazioni e delle reti nella pratica operativa degli affidamenti familiari; l’istituzione di un gruppo di lavoro permanente», ha spiegato Enrica Pavesi, referente affido del Coordinamento Care. «Chiediamo la predisposizione delle risorse necessarie per consentire agli attori istituzionali di svolgere i compiti a loro affidati, con particolare riferimento alle ricadute organizzative dell’entrata in vigore della riforma Cartabia. Inoltre, auspichiamo la garanzia del mantenimento del Tavolo tecnico presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per il monitoraggio delle linee di indirizzo».
I numeri dell’affido
I dati disponibili (fonte Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) sono fermi al 31 dicembre 2021 e indicano che sono 27.329 i bambini e ragazzi fuori famiglia, che vivono in affidamento familiare e nei servizi residenziali per minorenni. Guardando all’arco temporale 2019/2021, si registra un -2,3% di minori in affido e un +0,2% di minori in comunità. Sono 13.248 i minorenni in affidamento familiare a carattere residenziale di cui 44% intrafamiliari e 56% eterofamiliari. Rispetto all’età dei minorenni accolti, si conferma una prevalenza (57,3%) di adolescenti e preadolescenti in affidamento: 29,8% tra 11 e 14 anni e 27,5% tra 15 e 17 anni.
L’urgenza di dati dettagliati sugli affidamenti e sulle accoglienze in comunità
Le associazioni del Tavolo Nazionale Affido chiedono che vengano messi a disposizione, in modo permanente e dettagliato, i dati dettagliati sugli affidamenti e sulle accoglienze in comunità. «Sono molti i minori preadolescenti e adolescenti in affido, con un calo inferiore a quello che si pensava potessero essere i numeri, dopo i fatti di Bibbiano. Ma molti affidamenti stanno durando da tantissimo tempo, quindi non c’è un forte calo perché continuano gli affidi in corso. Il dato interessante sarebbe capire quanti sono i nuovi affidi e quante le famiglie disponibili», ha affermato Valter Martini, responsabile Affidi dell’associazione Papa Giovanni XXIII.
«Non dobbiamo dimenticare che l’affido familiare deve aumentare, rispetto all’inserimento nelle comunità, mentre la “forbice” sta aumentando in favore delle comunità». «Servirebbe avere dati più accurati: sulle motivazioni degli allontanamenti e sugli esiti», ha detto Maria Teresa Berliri, del Coordinamento Care. «Mi preme accendere un faro sulle realtà del Sud, in cui l’affido è soprattutto tardo-riparativo, che diventa sine die», ha sottolineato Patrizia Salentino, Coordinamento Care.
Una campagna di promozione dell’affidamento familiare
«L’ultima ricerca dell’Istituto degli Innocenti sui motivi dell’allontanamento e dell’inserimento in famiglie affidatarie risale al 2016, non sono più state indagate le cause. Due mesi fa sono stati diffusi dati che risalgono a fine 2021, sono passati quasi due anni e mezzo: è assurdo. Purtroppo gli ultimi dati dei Quaderni della ricerca sociale 56 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, relativi al 2021, confermano che l’81% degli affidamenti è giudiziario. Quindi si rivolge a bambini e ragazzi con situazioni già complesse, compromesse su cui deve intervenire l’autorità giudiziaria», ha detto Frida Tonizzo, presidente nazionale Anfaa-Associazione nazionale famiglie adottive affidatarie.
«Ora si deve ragionare su come riuscire ad avviare una controtendenza. Gli affidi, che in base alla legge Cartabia devono essere reiterati ogni due anni, rischiano di perpetrarsi nel tempo, se non riusciamo a fare una nuova campagna per valorizzare l’affidamento come intervento di aiuto e supporto alle famiglie d’origine. Va rilanciato l’affidamento consensuale, oltre agli affidamenti diurni, mentre i dati a disposizione comprendono anche questi ultimi. Così non siamo in grado di dare una valutazione degli affidi sulla base dei numeri», ha proseguito Tonizzo. «C’è sicuramente una diminuzione delle disponibilità all’affidamento familiare conseguente alla campagna di attacco mediatica dopo i fatti di Bibbiano. Chiediamo a gran voce una vasta e costante campagna di promozione dell’affidamento familiare, a livello istituzionale».
Una barca persa nell’oceano e un “rimorchiatore“
«Alessandra è la testimonianza che, con due famiglie, si può vivere una vita sana», dice Tonizzo. «La mia famiglia d’origine è sempre stata un po’ come una barca in mezzo all’oceano sconfinato, che ha dovuto affrontare numerose intemperie. L’affido familiare è stato il mio rimorchiatore. Per me ma anche per la mia famiglia tutta», ha raccontato Alessandra Moscato, 26 anni, in affido dall’età di 10 anni fino ad oltre la maggiore età. «Sono laureata in Giurisprudenza, il mio intento è impegnarmi come curatore speciale per i minorenni».
Il documento presentato in Senato è stato sottoscritto dalle 19 associazioni che fanno parte del Tavolo Nazionale Affido: Aibi–Amici dei Bambini; Cometa; Comunità Papa Giovanni XXIII; Famiglie per l’accoglienza; Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie; Associazione Nazionale Famiglie Numerose; Cam, Centro Ausiliario per i problemi minorili Milano); Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza); Coordinamento affido Roma; Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatarie in rete; Progetto Famiglia (Federazione di enti non profit per i minori e la famiglia); Ubi minor (Coordinamento per la tutela e la promozione dei Diritti dei Minori – Toscana); Salesiani per il sociale, Federazione SCS/CNOS; Affidamento.net Liguria; Co.Fa.Mi.Li; Associazione Fraternità; Fondazione L’Albero della vita Onlus; Membri osservatori Metacometa; Centro comunitario Agape.
Foto di apertura di Charlein Gracia su Unsplash
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