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Nove leggi dal 2008: Affari sociali a passo lento
Il magro bilancio della Commissione della Camera
Nove leggi approvate in tre anni e nove mesi. E’ questo il bilancio – davvero magro – dei lavori della Commissione Affari sociali della Camera, l’organismo parlmentare dal quale transitano (ma senza venire approvate) decine di proposte di legge che riguardano appunto il sociale, il terzo settore, le politiche a favore di malati, disabili, minori, anziani. E’ quanto si evince leggendo le statistiche parlamentari pubblicate sul sito della Camera relative alla legislatura in corso.
Che il Parlamento negli ultimi anni non fosse proprio un luogo di stakanovisti si sapeva. Diverse inchieste giornalistiche hanno dimostrato, dati alla mano, che sempre più spesso l’attività legislativa è in mano al governo, che poi fa “ratificare” i propri decreti dal Parlamento entro i 60 giorni previsti dalla Costituzione. Molto diffusi sono anche i disegni di legge di iniziativa governativa e le leggi delega, che anche in questo caso vedono i parlamentari in un ruolo da comprimari.
Ma la Commissione Affari sociali spicca tra le altre per inattività: da giugno 2008 a febbraio 2012, infatti, ha licenziato in sede legislativa 6 progetti di legge, e in sede referente altri 3. Peggio di lei alla Camera hanno fatto solo le Commissioni Agricoltura (6 leggi in totale) e Politiche dell’Unione Europea (5). Niente in confronto con l’iperattività della Commissioni Affari Esteri (che detiene il record assoluto con 111 pdl licenziati), o i risultati discreti della Affari Costituzionali (47) e Giustizia (32). Dal conteggio sono esclusi i progetti di legge licenziati dalle Commissioni riunite (per esempio Affari Esteri e Affari sociali, o Affari sociali e Lavoro), che comunque sono solo 5 nel caso di Commissioni riunite che vedevano anche la Affari sociali (meno del 5% del totale).
Non che i parlamentari non abbiano frequentato la Commissione Affari sociali. No: le sedute ci sono state, anche se come è noto il lavoro in Parlamento si svolge di norma tre giorni la settimana. Il vero problema è che le sedute sono state mediamente cortissime, fatto che spiega in buona parte gli scarsi risultati di produzione legislativa. Andiamo a vedere: in questa legislatura (tre anni e nove mesi, ovvero 1.365 giorni) la Affari sociali ha lavorato per 375 giorni, per un totale di 476 ore e 20 minuti. In pratica, ogni seduta è durata in media 76 minuti, un’ora e un quarto. Un po’ poco, forse, per esaminare provvedimenti come il testamento biologico, la banca degli embrioni, i sussidi ai disabili, l’affido e l’adozione, gli abusi sui minori, o il 5 per mille, anche tenendo conto del fatto che in molte sedute si svolgono audizioni o si discute dell’andamento dei lavori. In media per approvare una legge, alla Affari sociali ci sono voluti oltre 41 giorni, ovvero 13 settimane parlamentari e mezzo, più di tre mesi di lavoro.
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