Famiglia

Novartis, non solo Ogm

In un'intervista a Ethical Corporation, il presidete Paulo Costa rivendica le buone pratiche del suo gruppo. Dalle donazioni per l'11 settembre agli sconti sui farmaci

di Giampaolo Cerri

Tre milioni di dollari per le vittime dell’11 settembre. A tanto ammonta la donazione di Novartis dopo l’attentato newyorchese. Ma l’amministratore Dan Vasella non voleva che la donazione fosse pubblica. Lo rivela il presidente e direttore esecutivo del gruppo farmaceutico Paulo Costa, nell’ultimo numero di Ethical Corporation, rivista inglese specializzata in responsabilità sociale delle aziende. «I nostri impiegati sono fieri di lavorare in Novartis», dice il presidente, «e convinsi Vasella a rendere nota la donazione all’interno del gruppo perché mi sembrava giusto che sapessero di questa decisione». Costa dice che «il modo di trattare il personale è significativo» nella corporate di Novartis. E racconta come, nelle ore immediatamente successive agli attentati del World Trade Center, il gruppo farmaceutico decise di far rientrare a proprie spese le centinaia di dipendenti che stavano partecipando a un meeting a Firenze. «La nostra immediata risposta agli attacchi terroristici fu di ricondurre gli uomini dello staff alle loro case per stare con le loro famiglie». Costa rivela che il gigante farmaceutico noleggiò alcuni aerei allo scopo. Fra i comportamenti virtuosi che Costa cita nell’intervista, l’impegno con l’Oms per sconfiggere alcune malattie infettive come malaria, tubercolosi e lebbra; la giornata di volontariato aziendale e le carte di sconto distribuite in America. «Si tratta di un programma che prevede sconti da 25% al 30-40% per i pazienti che non hanno un’adeguata copertura assicurativa», dice il presidente di Novartis. La multinazionale svizzera, che attira su di sé numerose contestazioni sulla sua politica a favore degli Ogm, ha aderito già lo scorso anno al Global Compact dell’Onu.


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