Politica

Novara, benvenuti nella “piemontardia”

Itinerario con sorprese al cuore di una città che vive di confini

di Sara De Carli

Un?identità di confine
Non è né grande, né bella, né famosa. Oggi è ?piemontarda?, un po? Piemonte un po? Lombardia. Ma non è una male. Novara si configura come luogo di passaggio e di incontro, lo spazio fra le righe di un libro, che sembra inutile e invece consente la lettura. A Novara c?è una casa editrice che si chiama così, Interlinea. Di Novara ha scritto pagine stupende un ligure come Sebastiano Vassalli. A Novara troverete uno dei capolavori più allucinati della pittura del ?600: quel Sennacherib e l?Angelo di Tanzio da Varallo che anticipa gli impeti più travolgenti del romanticismo.

Sebastiano Vassalli a Novara non ci è nato. Ci è arrivato piccolissimo, durante la seconda guerra mondiale, depositato come un pacco in casa di parenti. Come due studenti dell?università che si trovano ad abitare sotto lo stesso tetto per caso e poi si innamorano, così quella tra Vassalli e Novara è «una storia di convivenza che è divenuta quasi amore». E siccome prima ne ha visto tutti i difetti e solo poi ne ha subito il fascino, ecco che la sua Novara non somiglia per niente a una cartolina da promozione turistica. «Non è una ex capitale, non è una città d?arte, non è particolarmente grande, né bella, né rinomata al mondo. Non ha monumenti antichi, a parte il battistero romanico e qualche lapide. Aveva un Duomo, che poi è stato malamente ricoperto dai colonnati neoclassici dell?Antonelli. È quasi brutta». Eppure il libro che inizia così, Terre d?acqua, è la dichiarazione d?amore di Vassalli a Novara.

Il fascino di Novara lo scopriamo con Roberto Cicala, editore di Interlinea, la casa editrice novarese presso cui è uscito il libro di Vassalli. Un libro che, non fosse per il nome dell?autore, probabilmente sarebbe rimasto relegato al piccolissimo giro di interesse locale. E invece no. Interlinea di libri così ne ha una collana intera, si chiama Paesaggi d?autore. La sfida è raccontare un frammento di territorio trovando quell?angolatura particolare che lo può rendere interessante a livello nazionale.

Casa editrice piccola ma di prestigio, nata all?ombra della cupola di San Gaudenzio, Interlinea pur stando a Novara ha saputo scovare inediti di grandi firme come Rebora, Montale, Luzi e Soldati e vanta una collana di libri d?autore per bambini, che si chiama Le rane: un omaggio al novarese e a Gianni Rodari, nato a due passi da qua, a Omegna. «Anche per noi stare a Novara sembra essere un meno: meno opportunità, meno visibilità», ammette Cicala, novarese doc. «Ma il nostro obiettivo è fare cultura tra le righe, trovare spazio. Ci chiamiamo Interlinea apposta, per sottolineare come quello spazio vuoto a cui nessuno fa caso, apparentemente inutile, è quello che consente la lettura. Ci è venuto anche facile fare questa scelta perché siamo novaresi, e Novara è così: la sua identità è avere una non identità. Qui sono passati tutti i grandi conquistatori del passato, spagnoli, austriaci, francesi. Oggi siamo ?piemontardi?, un mix di Lombardia e Piemonte. Che è non essere né carne né pesce, ma essere terra di confine, un porto di terra».

Uno spazio ?fra?, luogo di scambio e di dialogo, dove la luce c?è ma di riflesso. La tecnica per apprezzare e amare Novara è quella del mosaico: si cercano i frammenti, con umiltà, si fanno piccole scoperte e poi le si mette insieme, disposti a metterci del proprio. L?arte la cerchi nel battistero e nei frammenti di mura romane, la novità negli autori dimenticati. Non per nulla Novara è stata una delle prime città a sperimentare l?apertura dei manicomi, con Eugenio Borgna. Come dice Vassalli, ci saranno anche molte città più belle, ma ciò che tutti cerchiamo è il nostro ?granello di felicità?. A Novara qualcuno lo ha trovato.

Ma non si può lasciare questa città senza prima essere consapevoli di due enormità che ha l?onore di accogliere. La prima è quella gigantesca tela, capolavoro di Tanzio di Varallo, nella prima cappella a destra della basilica di San Gaudenzio. Rappresenta Sennacherib e l?angelo ed è uno dei più grandi risultati della pittura caravaggesca. La seconda ?enormità? è la cupola della basilica, alta 125 metri, opera di un architetto novarese, quell?Alessandro Antonelli reso celebre dalla Mole Antonelliana di Torino.

Da non perdere
Battistero e duomo
Il Battistero (V sec.) è un monumento paleocristiano di grande valore archeologico. Famoso il ciclo pittorico dell?Apocalisse. Il Duomo neoclassico attuale invece è stato costruito nel 1831 da Antonelli.

Basilica di San Gaudenzio
Ricostruita nel XVI secolo, con la cupola antonelliana che domina la città. Conserva un polittico di Gaudenzio Ferrari e il capolavoro di Tanzio da Varallo. Da non perdere la salita notturna alla cupola in occasione della festa del santo, il 22 gennaio.

Lagoni di mercurago
Un parco naturale sulle colline moreniche formatesi durante l?ultima glaciazione, con percorsi in bici e a cavallo che incrociano resti legati alla civiltà di Golasecca, del VI – V secolo a. C. Nella zona palustre trovano l?habitat ideale ben 113 specie di uccelli.
Info: 0322.240239

Isola di San Giulio
Sul lago d?Orta, a 45 km da Novara, isola di ?pietra?, la sera vede le costruzioni accalcarsi in uno scenario da presepe. Da visitare la basilica romanica di san Giulio, oggi sede di un monastero benedettino. Affascinante il canto dei vespri.
Info: tel. 0332.905614

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