Non profit

Novanta alloggi in classe A+ Il risparmio energetico ha trovato casa a Crema

di Francesco Dente

Eora gas ai motori. Casacrema+, il progetto di housing sociale che darà un tetto a 90 famiglie della cittadina lombarda, spinge l’acceleratore in vista del traguardo. La curva più insidiosa, il bando per raccogliere le adesioni, è ormai alle spalle. Una cinquantina di famiglie ha già sottoscritto la domanda e altre cento hanno compilato il modulo per la manifestazione di interesse o richiesto informazioni sulle abitazioni a canone concordato. Tutto questo in poco più di un mese e mezzo dalla pubblicazione dell’avviso. E siamo, soltanto alla prima scadenza. La procedura per candidarsi resterà aperta infatti fino a quando non saranno assegnati tutti gli appartamenti. La prossima data utile entro cui presentare la domanda, ad esempio, è stata già fissata per il 16 luglio. Curva insidiosa, quella del bando, per un motivo semplice. C’era il timore, fino a pochi mesi fa, che le case restassero vuote per via dei costi dell’affitto. Non è un caso se a fine gennaio il Consiglio comunale di Crema, all’unanimità, abbia rivisto la convenzione con Polaris, la società di gestione del risparmio che cura la parte economica del progetto, livellando di circa il 20% verso il basso i canoni del centro residenziale che sorgerà nel quartiere Sabbioni. «Durante il percorso abbiamo corretto alcuni parametri perché ci siamo resi conto che i costi stimati inizialmente per l’affitto tenevano in considerazione parametri più “milanesi” che cremaschi», spiega il vicesindaco e assessore all’Edilizia, Massimo Piazzi.
Crema è la città pilota in cui va in porto il primo intervento di edilizia privata sociale realizzato da Abitare Sociale 1, il Fondo immobiliare etico avviato nel 2006 dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Housing Sociale. Gli appartamenti di via Camporelle sono stati già ultimati e saranno assegnati nel giro di pochi mesi. Di sicuro, prima dell’inizio dell’anno scolastico. L’area residenziale – vediamo nel dettaglio come è organizzata – sorge su un terreno di proprietà del Comune concesso a Polaris con diritto di superficie e potrà contare su due edifici (Airone e Cigno) in classe energetica A+, la scuola per l’infanzia, la piazza pubblica su cui si affacceranno gli esercizi commerciali e uno spazio dedicato alle attività comuni e di svago dei residenti. CasaCrema+, come ricordato, prevede l’offerta in locazione di 90 alloggi. Di questi, 48 saranno concessi in locazione a canone moderato ridotto; i restanti 42 saranno dati sempre in affitto a canone concordato ma con la possibilità di futuro acquisto a partire dal quinto anno ed entro l’ottavo anno di locazione. Ogni appartamento ha una loggia spaziosa o un giardino, la cantina e il posto auto al piano interrato.
Si tratta, soprattutto, di case che sposano la logica della sostenibilità ambientale. Gli appartamenti hanno infatti il riscaldamento a pavimento e la ventilazione meccanica controllata per il ricambio d’aria. Gli impianti di riscaldamento e per la produzione dell’acqua calda sanitaria, inoltre, sono centralizzati e collegati al teleriscaldamento. «È il primo tentativo di dare una risposta al fabbisogno abitativo promuovendo non il classico progetto di edilizia economica ma una formula residenziale di alto livello. Stiamo parlando di abitazioni che hanno una classe energetica A+», gongola il vicensindaco. Il canone mensile di locazione, nel caso si opti solo per l’affitto, varia da 350 euro per l’alloggio trilocale a 504 euro per il quadrilocale. Da 362 (trilocale) a 457 euro (quadrilocale), se si punta invece anche sul futuro acquisto. In questo secondo caso ci sono tuttavia la caparra, l’acconto annuo e il saldo finale in più. Anche i requisiti di reddito variano a seconda che si scelga solo l’affitto o anche il riscatto. L’Isee non deve superare i 23mila euro nel primo caso, 40mila nel secondo. Il progetto di housing sociale – veniamo infine agli assegnatari – non individua specifiche tipologie familiari. Può presentare domanda qualsiasi nucleo: dal single alla coppia di giovani non ancora sposata, dalla famiglia con uno o più figli ai genitori legati da vincolo matrimoniale o da stabile convivenza.
L’obiettivo, insomma, è dar vita a una comunità composta da un mix di nuclei familiari eterogenei. La socializzazione fra gli inquilini dei due edifici, in particolare, è il compito specifico del gestore sociale, il Consorzio Cooperative Acli di Cremona. Quest’ultimo, nominato dai promotori del progetto residenziale, non svolgerà soltanto il ruolo del tradizionale amministratore di condominio ma dovrà occuparsi anche della gestione degli interventi e della vita comunitaria organizzando ad esempio eventi o attività solidali. «Terremo degli incontri con gli assegnatari per vedere quali sono le loro esigenze, per raccogliere la disponibilità a impegnarsi in attività di animazione e per favorire, soprattutto, la partecipazione alle decisioni sulla gestione delle parti comuni», anticipa Pierluigi Monterosso, legale rappresentante del Consorzio. L’impresa non dovrebbe essere difficile. Il buon esempio, a Crema, viene dall’alto. Il progetto di housing sociale è un’iniziativa con consenso bipartisan avviata da una giunta di centrosinistra e portata a termine da quella attuale di centrodestra. Non a caso alla presentazione è stato invitato anche l’ex vicesindaco Gianni Risari. Un evento raro fra i campanili d’Italia.

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