Famiglia

Notiziario Affari sociali del 29 maggio

Rivalutazione degli assegni famigliari e punto sull'immigrazione

di Redazione

NOTIZIARIO DEL 25 MAGGIO 2001

Infanzia e adolescenza: iniziativa cosentina sull’affido familiare

Il comune di Cosenza – Servizio Attività Sociali, l’Azienda Sanitaria n. 4 e la Fondazione Movimento Bambino hanno il video sull’affido familiare “Il gioco della settimana”. Un’iniziativa che rientra nell’ambito del progetto “Strade di casa”, finanziato con i fondi della legge n. 285 (28 agosto 1997), approvata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per gli Affari Sociali, che reca “Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”. Il Progetto si propone di dare il via a un processo di deistituzionalizzazione dei minori all’interno del territorio cosentino, attraverso una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul valore psicologico, sociale e umano dell’affido familiare. Tali finalità sono state fortemente sostenute, nel corso degli ultimi anni, dal Sindaco di Cosenza e da tutta l’Amministrazione comunale.

Immigrazione: più flussi per evitare il calo demografico

Nel documento programmatico, per il triennio 2001-2003, relativo alla politica dell’immigrazione e degli stranieri in Italia, approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per gli Affari Sociali, emergono dati interessanti sul calo demografico in Italia e nei paesi sviluppati. Secondo il rapporto Onu, l’Italia risulta essere uno dei paesi con il più forte declino demografico (nel 2050 la popolazione diminuirà del 28%). Il numero ancora più preoccupante è la percentuale di popolazione con più di 65 anni che, dal 18% nel 2000, crescerà fino al 35% nel 2050. Ipotizzando una totale chiusura del flusso migratorio, l’Italia si troverebbe con un dato di dipendenza (rapporto tra le persone con età dai 15 ai 65 anni e gli over 65) in pericoloso declino. Anche considerando una forte crescita del tasso di natalità interno, non si avrebbero risultati sostanzialmente diversi, dato che i bambini nati entrerebbero nella forza lavoro solo tra il 2020 e il 2025. Si suppone anche un forte calo demografico sull’insieme del territorio nazionale, ma di entità maggiore nel centro nord. Parallelamente, le previsioni sull’evoluzione demografica del resto del mondo confermano l’esistenza di attese di forti aumenti della popolazione (potenziale fonte di emigrazione). Questi flussi proverranno per lo più dall’Asia e dall’Africa, ma in misura diversa da zona a zona. Nell’Africa Sub-Sahariana si prevede un aumento della popolazione del 100%, contro il 44% nel nord Africa e l’11% in Turchia.

Immigrazione: gli stranieri avviati al lavoro in Italia

Numeri e previsioni allarmanti emergono dalle tabelle elaborate dall’Isfol sui dati del Ministero del Lavoro. A darne notizia è il documento programmatico sull’immigrazione, per il triennio 2001-2003, approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per gli Affari Sociali. La lettura dei dati presenta difficoltà sia perché le amministrazioni rilevano il numero delle iscrizioni e degli avviamenti al lavoro e non gli individui iscritti o avviati, sia perché il numero delle persone iscritte al collocamento corrisponde solo in parte a quelle realmente in cerca di occupazione. Nonostante questo, dalle rilevazioni del Ministero del Lavoro emerge che nel 1999 la media degli stranieri extracomunitari iscritti alle liste di collocamento era pari a 204.573 individui con un rafforzamento, rispetto all’anno precedente, della percentuale dei lavoratori iscritta nel Nord Italia (50,6% del totale). È confermata la necessità, da parte dei datori di lavoro delle aree a maggiore livello occupazionale, di cercare manodopera al di fuori dei confini nazionali. L’elevata richiesta dei lavoratori stranieri da parte delle imprese del Nord Italia è confermata dall’elevato tasso di avviamenti al lavoro effettuati nel corso dell’anno. Soltanto il 30% di questi riguarda il Centro Sud della penisola, percentuale di gran lunga superata solo dal Nord Est. Sembra inoltre consolidarsi la tendenza a una ricerca di manodopera maggiormente qualificata, soprattutto nel settore industriale. Mentre il Mezzogiorno e il Sud Italia sembrano interessati soprattutto a manodopera scarsamente specializzata, nel settentrione si consolidano le assunzioni per operai specializzati e qualificati, che raggiungono il 22.5% nel Nord Ovest e quasi il 30% nel Nord Est. Rimane alto il numero degli operai generici che rappresentano oltre il 76% del totale degli avviamenti al lavoro.

Indagine sulla qualità di vita delle famiglie immigrate. Il DAS presenta i risultati

Mercoledì 6 Giugno, a Roma, la Commissione per l’Integrazione del Dipartimento per gli Affari Sociali e l’Organismo nazionale per le politiche di integrazione sociale degli stranieri (Cnel) presenteranno i risultati di un’indagine conoscitiva sulla qualità della vita delle famiglie immigrate realizzata dall’istituto di ricerca Fondazione “Silvano Andolfi”. “La famiglia degli immigrati : dalle radici alle nuove generazioni”, questo il titolo della ricerca che ha coinvolto 250 coppie con una età media di 35 anni, con una permanenza in Italia tra i 7 e i 15 anni, tutti con almeno un figlio con più di tre anni; “La novità di quest’indagine è l’attenzione specifica al “nucleo familiare”, intervistando le coppie e non i singoli soggetti – sottolinea Maurizio Andolfi, presidente della fondazione e direttore della ricerca – Non sono state coinvolte nel campione coppie miste né quelle con solo figli in età prescolare perché alcuni dei 116 item delle interviste volevano rilevare il livello e il ruolo dell’integrazione scolastica”. Si è potuto così indagare sul “progetto migratorio” che investe tutta la famiglia e coinvolge anche i parenti rimasti nei paesi d’origine; altri capitoli di indagine sono stati i valori familiari, la qualità delle condizioni abitative, il lavoro, la scuola, la rete delle amicizie e la percezione del razzismo, aprendo un’altra finestra su un mondo la cui interpretazione ancora troppo spesso è lasciata ad una immaginazione pregiudiziale. All’incontro di presentazione interverranno anche numerosi docenti universitari sull’immigrazione e esperti in politiche d’integrazione di realtà territoriali locali. L’appuntamento quindi è a Roma il 6 giugno prossimo alle 9:30 presso l’aula parlamentino del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro in Viale David Lubin, 2 – segreteria organizzativa n. 0648161567, integra@affarisociali.it.

Documento programmatico sull’immigrazione: più politiche di integrazione

L’approvazione del documento programmatico, per il triennio 2001-2003, relativo alla politica dell’immigrazione e degli stranieri in Italia, prevede che le politiche di integrazione dovranno essere dirette ad assicurare agli stranieri presenti in Italia l’accesso a beni e servizi, nonché condizioni di vita più decorose. Perciò è necessario creare le condizioni che permettano di mantenere la stabilità della permanenza legale degli immigrati, evitando automatismi nell’applicazione della legge che possano produrre “ricadute” nell’illegalità. A questo scopo, sarà utile privilegiare il monitoraggio costante sul funzionamento delle misure che regolano il soggiorno, che ne rilevi i punti di criticità, e l’adozione di misure dirette a realizzare una maggiore semplificazione amministrativa delle procedure. Maggiore impulso sarà dato alle misure dirette ad assicurare agli stranieri regolari il pieno esercizio dei diritti loro conosciuti, soprattutto nel campo della salute e della scuola. Basti notare che il 30% degli immigrati regolari non si è mai iscritto al Servizio Sanitario Nazionale, condizione preliminare per l’accesso all’assistenza, mentre il numero degli alunni stranieri che frequentano le scuole corrisponde a poco più della metà del numero di minori stranieri che soggiornano in Italia (considerando il target di minori in età scolare). Sarà data priorità alla formazione specifica degli operatori posti a contatto con l’utenza immigrata e alla diffusione del ricorso ai mediatori culturali. Altre barriere di tipo organizzativo si risolveranno con una maggiore flessibilità dei servizi e degli orari, che consentano di venire incontro a esigenze proprie dell’utenza immigrata e con misure dirette a semplificare e chiarire procedure burocratiche spesso oscure.

Assegni per le famiglie: ristabiliti i livelli di reddito

La Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per gli Affari Sociali rivaluta, per l’anno 2001, la misura degli assegni e dei requisiti economici in base alla legge n. 81 del 5 febbraio 1992 e della n. 448 del 23 dicembre 1998. Una “guida utile” per informare e aggiornare le amministrazioni locali sui livelli di reddito delle famiglie. L’assegno mensile per il nucleo familiare da consegnare agli aventi diritto per il 2001 è pari a 208.483 lire. Per le domande relative allo stesso anno, ma con riferimento a nuclei familiari composti da 5 componenti, il rimborso è pari a lire 37.526.976. L’assegno mensile di maternità da consegnare agli aventi diritto per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento dal 10 gennaio 2001 al 31 dicembre 2001 è di lire 500.000 (fino a 2.500.000 per le famiglie con 5 figli). Per le domande relative alle nascite, agli affidamenti preadottivi e alle adozioni senza affidamento, avvenuti nel corso del 2001, la situazione economica prevede per i nuclei familiari composti da 3 componenti una somma pari a lire 52.120.800. Per gli assegni di maternità da consegnare per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento avvenuto dal 10 luglio al 31 dicembre 2000 continuano ad applicarsi i vecchi valori: assegno di maternità pari a 300.000 lire (fino a un massimo di 1.500.000 per 5 figli), e un valore dell’indicatore della situazione economica, in riferimento a nuclei familiari con tre componenti, di lire 50.800.000.

Immigrazione clandestina: un bilancio sulla criminalità degli extracomunitari regolari in Italia

L’ Italia è da tempo interessata a un massiccio afflusso di popolazioni provenienti dalle aree più depresse del mondo, spesso favorito dalle organizzazioni criminali che ne traggono alti profitti. Nell’approvazione del documento programmatico, per il triennio 2001-2003, relativo alla politica dell’immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato, emergono dati statistici relativi all’immigrazione clandestina e all’indice di detenzione carceraria. Dal 1998 al 2000 c’è stato un progressivo aumento del numero degli stranieri allontanati o intimati ad allontanarsi: da 98.256 nel 1998 a 130.791 nel 2000. Per valutare l’incidenza dei fattori criminogeni sugli extracomunitari in regola con le norme di soggiorno, si è calcolato il numero dei detenuti stranieri titolari di permessi di soggiorno al 30 settembre 2000, in rapporto al totale dei cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti: sono 1156 i detenuti extracomunitari regolari su 1.209.913 extracomunitari soggiornanti. Questi dati, forniti dal C.E.D. (Centro Elaborazione Dati), sono stati confrontati con i dati Istat relativi alla popolazione carceraria sul totale della popolazione residente: 41.251 su 57.563.354. Il dato nazionale evidenzia un’interessante analogia: lo 0,10% per gli extracomunitari regolari e lo 0.07% per la popolazione complessiva. L’aumento di 0,03 punti percentuali nel numero dei detenuti extracomunitari incide molto sul calcolo relativo in quanto il numero degli extracomunitari soggiornanti è notevolmente inferiore alla popolazione complessiva.

Immigrazione: azioni e interventi sul piano internazionale

Alla base di una regolamentazione del fenomeno migratorio, si rende necessaria un’ampia e incisiva cooperazione internazionale. L’azione del Governo, secondo quanto esposto nel III capitolo del documento programmatico, per il triennio 2001-2003, sull’immigrazione nel territorio dello Stato, continuerà a svilupparsi seguendo tre direttive. Prima di tutto in ambito Unione Europea il coordinamento delle politiche migratorie sarà sempre più approfondito in direzione di una politica comune in materia di asilo e di immigrazione e di un collegamento tra politica migratoria e politica estera. Poi, nei rapporti bilaterali occorre proseguire nella politica di collaborazione basandosi su interventi congiunti e su forme efficaci di assistenza diretta e di cooperazione, in particolare con i Paesi vicini alle coste italiane (punto di origine o di transito dei più consistenti movimenti migratori verso l’Europa). Infine occorrerà adoperarsi affinché i protocolli sulla tratta di esseri umani e sul traffico di migranti possano trovare piena applicazione. In materia migratoria l’azione internazionale e quella condotta sul piano interno sono complementari. L’attuazione di una politica migratoria, che tende a favorire l’integrazione degli immigrati regolari non può prescindere da un’attività di rigoroso contrasto dei flussi illegali, che a sua volta implica una costruttiva cooperazione con i paesi di provenienza degli immigrati.

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