Non profit
Notaio, uncinetto e corsi di dialetto, a Torino nasce il polo multiservice
Sotto la Mole il network delle civiche è diventato un caso-scuola
Per festeggiare l’8 marzo hanno organizzato un intero calendario di eventi: incontri, mostre, letture e spettacoli, ma per le Biblioteche civiche torinesi (www.comune. torino.it) non si è trattato di un’eccezione. Da dieci anni a questa parte, infatti, questa vera e propria rete della conoscenza disseminata in tutta Torino offre occasioni d’incontro tra le persone e il mondo dei libri. «Abbiamo svolto un ruolo strategico nel combattere le diverse forme di esclusione dalla conoscenza e dall’informazione, nel favorire e stimolare la creatività individuale, nel mettere a disposizione di tutti ogni tipo di informazione e documentazione, nel promuovere la lettura e la conoscenza, l’alfabetizzazione e la formazione permanente, dedicando una particolare attenzione alle persone svantaggiate», dice Cecilia Cognini, responsabile area Servizi al pubblico. A Torino così ci sono persino la poesia-terapia e i corsi di ricamo, uncinetto e maglia o dialetto piemontese. C’è il percorso di cittadinanza per le donne magrebine, ma anche il corso “Il notaio è un libro aperto” con un professionista a disposizione dei grattacapi degli utenti e “Il geometra risponde”, sempre affollatissimo. «L’associazionismo e qualche sponsor, come la Compagnia di San Paolo, garantiscono una vasta offerta, gratuita», racconta Cecilia Cognigni, «ma la nostra forza è la capillarità delle sedi, compresi ospedali e carceri».
Oggi il sistema bibliotecario urbano comprende una Biblioteca civica centrale, 15 Biblioteche civiche di zona, una Biblioteca musicale, un Centro Rete dedicato all’acquisto e al trattamento coordinato dei documenti, sette punti di servizio esterni convenzionati (uno presso l’Ufficio Stranieri), due Biblioteche civiche carcerarie, alcuni punti di lettura e prestito presso le principali strutture ospedaliere cittadine (San Giovanni Bosco, Ospedale Umberto I-Mauriziano e Gradenigo e in alcuni reparti delle Molinette), grazie alla collaborazione con i volontari del servizio civile nazionale, i volontari del progetto “Senior civico” della Città di Torino e i volontari per la lettura del Circolo dei Lettori. Oltre alla presenza di biblioteche civiche di zona nei principali quartieri, sono stati aperti punti di lettura e prestito in alcune zone periferiche della città: Biblioarquata, Sharahzad, Mahatma Gandhi, Cartiera, gestiti da associazioni che operano sul territorio e lavorano in rete con il sistema bibliotecario.
«I nostri punti di forza sono il decentramento delle sedi, la ristrutturazione degli spazi, i laboratori informatici, l’apertura del servizio di navigazione Internet e di spazi per le attività dei bambini e dei ragazzi in tutte le biblioteche civiche», aggiunge la Cognigni. «E c’è da sottolineare che per il Sistema bibliotecario torinese il concetto di biblioteca pubblica come spazio aperto anche agli altri servizi e attori sociali è stato fondamentale per costruire un’ampia rete di collaborazioni con l’associazionismo migrante e interculturale e con le agenzie formative e le istituzioni educative della città. Questo ha permesso alle biblioteche, anche a fronte di significative riduzioni del budget, di offrire una vasta gamma di opportunità. Le strategie attivate sono strategie di parternariato: collaborazioni progettuali e/o mirate e non generiche aperture delle biblioteche ad altri soggetti». In più c’è stata anche un’attenzione crescente verso il pubblico con difficoltà di lettura, coltivata con la collaborazione delle associazioni di riferimento attive sul territorio, come l’Unione Italiana Ciechi, l’Associazione Italiana Dislessia, la Fondazione Molo che si occupa di afasia. Da moltissimi anni è attivo anche un servizio di produzione di libri parlati e un servizio di prestito di audiolibri, cd e audiocassette rivolto ai non-vedenti e ipo-vedenti.
Un impegno certificato dai numeri: il patrimonio librario è composto da 1.417.683 libri di cui circa 130mila audiovisivi. I prestiti nel 2011 sono stati 922.350, le presenze totali 1.221.782, i partecipanti alle iniziative culturali 101.059, le navigazioni Internet 66.419.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.