Welfare

Norimberga mondiale

Basta impunità per i criminali di qualunque guerra. La ormai prossima Conferenza di Roma dovrebbe finalmente far voltare pagina al diritto internazionale. E le ong già si mobilitano

di Massimo Persotti

Dal 12 giugno al 17 luglio si riunirà a Roma, presso la sede della Fao, la Conferenza diplomatica per l?istituzione del Tribunale penale internazionale permanente, appuntamento che cade nel cinquantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti umani. Si tratta di un nuovo organismo Onu che avrà il compito di indagare e processare in modo permanente, e non episodico come a Norimberga, su atti di genocidio, crimini di guerra e contro l?umanità. Cos?è il Tribunale Ma cos?è il Tribunale penale internazionale permanente? È una Corte di giustizia mondiale che, agendo in conformità con i più elevati standard di giustizia ed equità, sarebbe in grado di processare individui personalmente responsabili di aver pianificato, ordinato o commesso gravi crimini internazionali, sia in tempo di guerra che di pace. Un organo giurisdizionale che potrebbe intervenire laddove gli Stati siano incapaci o non abbiano la volontà di portare gli autori di atrocità di fronte alla giustizia. Si tratta di crimini che a causa della loro gravità e delle proporzioni terribili che assumono, coinvolgono l?intera comunità degli Stati. Identificati come crimini internazionali, necessitano di un intervento internazionale per essere efficacemente combattuti. Dall?Argentina alla Cambogia, la storia recente è stata segnata da efferatezze rimaste impunite tra l?indifferenza e l?impotenza della comunità internazionale. Solo l?indignazione per quanto accaduto nell?ex Jugoslavia e in Ruanda ha spinto l?Onu a ripristinare Tribunali per punire i responsabili delle violenze. Si tratta, in realtà, di tribunali ad hoc, pertanto dotati di poteri limitati alla singola crisi. La Conferenza di Roma segnerà invece la creazione di una Corte permanente i cui poteri dovranno essere definiti da un Trattato istitutivo, ratificato dagli Stati, che preveda la possibilità per il Tribunale di emanare ordinanze vincolanti e l?obbligo per i Paesi di eseguirle. Come ricorda una lettera aperta del Comitato ?Non c?è pace senza giustizia?, la Corte mondiale apre le porte a «una nuova stagione del diritto internazionale, in cui si pone per la prima volta un limite all?impunità che le norme attuali offrono ai responsabili di genocidio, crimini di guerra e contro l?umanità: senza riguardo al fatto che siamo vinti o vincitori, esecutori o mandanti. Perché non ci può essere pace senza giustizia». Lo ha sottolineato anche Emma Bonino, commissario europeo per gli aiuti umanitari: «L?impunità genera desiderio di vendetta e, prima o poi, nuove guerre. Senza i tribunali di Tokyo e Norimberga che stabilirono con alcuni casi emblematici il principio della responsabilità per i crimini di guerra, non sarebbe stato così facile riconciliare il mondo con i tedeschi e i giapponesi». Secondo Amnesty International, da tempo impegnato nel progetto di un Tribunale internazionale permanente, solo attraverso un sistema di giustizia internazionale giusto, equo ed efficace si potrà spezzare quel circolo vizioso che spesso trasforma anche sporadiche violazioni dei diritti umani in prassi sistematiche di abusi. Il 4 luglio un tappeto umano A Roma saranno presenti 200 delegazioni di ong per portare la voce della società civile ai governi. La coalizione delle ong organizzazerà incontri e dimostrazioni parallelamente alla conferenza. Il 4 luglio un immenso tappeto umano, fatto di migliaia di persone sdraiate per terra, rappresenterà simbolicamente le vittime degli abusi.


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