Volontariato

Nord Uganda: profughi sudanesi allo sbando

Esplode l'emergenza umanitaria dopo l'assalto dei ribelli dell'Lra al campo di Acholi-Pii. Cresce anche il numero dei morti. Drammatica incertezza sulla sorte dei rapiti, tra cui donne e bambini e

di Daniela Romanello

Esplode l?emergenza umanitaria nel nord dell?Uganda, dopo l?assalto perpetrato ieri dai temibili ribelli dell?Esercito di resistenza del signore (Lra). Il sanguinario assalto al campo di profughi sudanesi di Acholi-Pii ha lasciato una scia di sangue e terrore di cui è ancora impossibile tracciare i confini. L?unico dato certo per ora è che i circa 24 mila sudanesi che vivevano nell?accampamento sono allo sbando e stanno disperatamente cercando rifugio nelle città più vicine, nelle missioni, nelle strutture pubbliche. Fonti della Misna raccontano di una situazione assolutamente drammatica: ?Nella notte i profughi in fuga dal campo hanno camminato sotto una pioggia battente e si sono presentati da noi per chiedere accoglienza ? riferisce un missionario raggiunto telefonicamente dalla Misna nella città di Lira, nel nord del Paese ? non hanno nulla. Ci stiamo organizzando per distribuire i primi aiuti e garantire un minimo di assistenza?. A Lira sono arrivati circa 3mila sudanesi, che hanno percorso oltre 70 chilometri a piedi dal luogo preso d?assalto dallo Lra. L?altro dato tragico dell?ennesima scorribanda criminale di cui si sono macchiati i ribelli è il numero delle vittime. Già ieri la Misna ha riferito di fonti che parlavano di 25 morti, contro i 14 annunciati ufficialmente dalle Nazioni Unite, che gestisciono il campo di Acholi-Pii attraverso l?Alto commissariato per i rifugiati. All’appello mancano ancora centinaia di persone e si spera che non siano rimasti tutti coinvolti in quella che appare ormai una vera strage. La dinamica dei fatti sembra invece abbastanza chiara: i ribelli hanno avuto ragione dei soldati ugandesi posti ?a difesa? del campo, poi con i loro carri armati hanno distrutto e devastato un centro sanitario, la chiesetta del vicario episcopale della diocesi sudanese di Torit, hanno saccheggiato gli uffici di un?organizzazione umanitaria. Resta l?incongnita dei rapiti: ragazzi, donne e bambini che, secondo la barbara consuetudine dei guerriglieri ?olum? (questo il loro nome in lingua acholi) sono stati sequestrati. Tra loro ci sono anche 4 operatori umanitari di nazionalità ugandese che lavoravano nel campo, secondo quanto ha confermato alla Misna l?organizzazione umanitaria americana International Rescue Committee (Irc) dal suo quartier generale a New York. I 4 dello staff locale, tra cui un medico, erano impegnati nella gestione del centro sanitario di Acholi-Pii e di servizi di assistenza per i profughi. Nel campo lavoravano una sessantina di operatori di Irc, ma un paio di settimane fa il coordinatore ha deciso di ridurre il personale proprio per il timore di possibili attacchi da parte dei ribelli, che dal mese di giugno non danno tregua angosciando con i loro violenti assalti la popolazione locale dei distretti a nord dell?Uganda. Da una quindicina d?anni i miliziani al soldo di Joseph Kony (il capo ?carismatico? rinetrato da pochi giorni in Sud Sudan, dove ci sono le basi del movimento armato) si oppongono al presidente ugandese Yoweri Museveni. Quest?ultimo, che fino ad oggi non è riuscito ad annientare sul piano militare la ribellione, da alcuni giorni si trova a Gulu, la principale città del nord del Paese, per coordinare di persona le operazioni dell?esercito contro i ribelli. Ora l?intero nord dell?Uganda vive nell?angoscia che l?offensiva dello Lra ? apparentemente inarrestabile ? possa prendere di mira le città di Kitgum e Lira. I più critici verso il governo Museveni sostengono che il capo di Stato abbia come unica preoccupazione evitare che la guerriglia oltrepassi il ponte di Karuma, sul Nilo, che divide il Nord dal Sud dell?Uganda. Finché questo drammatico conflitto, che prende di mira soprattutto la popolazione inerme civile, rimarrà circoscritto ai distretti settentrionali del nord del Paese ? sostengono i detrattori del presidente ? Museveni non si impegnerà nella soluzione del conflitto. Che, secondo i suoi nemici politici, garantisce un buon rendiconto politico al presidente ex-guerrigliero dell?Uganda.


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