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Nord Uganda: accoglienza trionfale per il ritorno di 39 rapiti dall’Lra

39 rapiti in arrivo da Juba (Sud Sudan) sono stati accolti in un clima festoso nella città di Gulu (Nord Uganda)

di Joshua Massarenti

“Festa grande, canti e balli tradizionali, a Gulu (Uganda del Nord) per l’arrivo, nella tarda serata di ieri, di un aereo proveniente da Juba (Sud Sudan)”. Lo riferisce l’Ansa. A bordo 39 persone del tutto speciali: civili rapiti spesso da moltissimo tempo -il più anziano di 49 anni, ma anche nati in cattività, come la più giovane vittima, appena 30 giorni- dall’Esercito di Resistenza del Signore (Lra), il sanguinario gruppo che ha sconvolto con la sua ribellione che dura da 18 anni il nord dell’Uganda, soprattutto l’area di cui Gulu è capoluogo, ed ha santuari storici, ma sempre meno sicuri, nel confinante Sudan del Sud. Una goccia nell’oceano: si calcola che oltre 25.000 persone, quasi tutti bimbi ed adolescenti, siano stati rapiti e ridotti in schiavitù dall’Lra; ma un segnale significativo di inversione di tendenza. L’Lra, appare, infatti, in crisi, e sta subendo numerose sconfitte sul campo. Contemporaneamente, sempre più numerosi i rapiti che scappano, o comunque disertano: poiché i maschi sono costretti, e fin dagli 11 anni, ad imbracciare le armi e diventare miliziani dei ribelli; per le bimbe il destino e’ quello di serve-concubine. Non a caso, ai 39 -il loro volo è stato organizzato dal Consiglio dei profughi della Norvegia (Nrc, una delle organizzazioni più presenti sul territorio)- come a tutti gli altri che in qualche modo tornano liberi è stata garantita una amnistia totale, nel caso si fossero macchiati di complicità con la ribellione. I canti e le danze erano effettuati proprio da adolescenti rapiti che avevano ritrovato la libertà; moltissime le persone presenti, per far festa, ma anche nella speranza di riabbracciare qualche parente portato via dall’Lra. Una delle persone liberate, una ragazza giovane, è svenuta quando ha riabbracciato i familiari, dai quali era stata portata via sette anni fa. L’Lra predica l’abbattimento dello stato ugandese, e la creazione al suo posto di una nazione rigidamente basata sui precetti biblici, in particolare i 10 Comandamenti. Ma nulla di cristiano vi e’ nella sua crudele azione: tra i 50.000 ed i 100.000 morti; oltre 25.000 rapiti; ed almeno 1,6 milioni di persone costrette a lasciare villagi ed aree coltivabili per cercare rifugio in campi profughi tutt’altro che sicuri, e dove manca anche l’indspensabile per sopravivere. Leader dell’Lra è Joseph Kony, una sorta di mistico visionario. Secondo fonti ufficiali, attualmente è nel nord dell’Uganda alla testa di un gruppo di adepti (e sarebbe la prima volta da anni), pare 200, con i quali starebbe cercando di ridare vigore alla ribellione. Che secondo fonti concordi -al di là dei consueti proclami ufficiali- appare infine alle strette: ma non è la prima volta che ciò viene annunciato, e spesso tremende stragi di innocenti compiute dall’Lra hanno tragicamente posto fine a questa sensazione.


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