Non profit

Non una festa, ma una sfida

L'editoriale di Giuseppe Frangi sulla ricorrenza del decennale di "Vita".

di Giuseppe Frangi

Chi l?avrebbe detto dieci anni fa, che un giornale libero, senza grandi editori alle spalle, caparbiamente fuori dagli schieramenti, avesse qualche chance di sopravvivere? E invece Vita, in questo 2004, festeggerà proprio i suoi dieci anni. Li festeggerà in ottobre, ma con questo numero abbiamo voluto segnalare come questo traguardo per noi che facciamo Vita, per chi ci legge, per chi sentiamo vicino (cioè chi, anche senza leggerci, lavora ogni giorno per un bene comune) è un traguardo importante. Questo non è un numero celebrativo, né lo sarà nessuno dei numeri che in questo anno richiameranno l?anniversario di Vita. Questo vuole essere un numero che racconta la storia di un decennio raccontata da un punto di vista periferico sin che si vuole, ma da un punto di vista, contro tutte le previsioni, vincente. è la storia di un fermento che ha pervaso la vita di questo Paese. Un fermento inaspettato, che ha cercato di sottrarsi all?ineluttabilità, davvero tragica, della vittoria del Potere, così come Pasolini l?aveva 30 anni fa evocato. Un fermento che è davvero difficile etichettare o incasellare. Perché risponde a un bisogno fondamentale dell?uomo: quello di non essere da solo. Quello di mettersi insieme per cercare una convenienza comune che non sia quella del denaro o del profitto. Questa la storia non di un?Italia ?etica? che si organizza per arginare un?Italia cattiva, corrotta, prepotente. Questa è la storia di un?Italia che si è organizzata per dare a se stessa e a tutti un futuro degno di questo nome. In un certo senso è una storia presuntuosa del decennio che abbiamo vissuto. Presuntuosa perché osa pensare e credere che qui ci sia, embrionalmente, il disegno di quello che l?Italia può essere. Anzi deve essere. Perciò questo numero non è affatto una celebrazione, ma è una sfida. Dieci anni fa si è messo in movimento qualcosa che il più degli osservatori ha seguito con benevola supponenza. E che invece in tutto questo tempo ha costruito mille e mille isole di un tessuto sociale nuovo, all?interno del quale felicità e solidarietà hanno dimostrato di non essere affatto categorie in antinomia. Quale sia il tratto distintivo che accomuna tutte quelle isole è facile dirlo: è una grande passione, un attaccamento irriducibile alla realtà. Il non voler alzare bandiera bianca davanti al processo di mercificazione che ci vorrebbe sempre più uguali e sempre più docili. Non è andata così per fortuna. E i dieci anni di Vita ne sono la dimostrazione.


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