Torino, l’immigrazione degli extracomunitari, la buona borghesia delle professioni che mai, anche solo un decennio fa, avrebbe immaginato di doversene occupare “per forza”. Sono questi i tre capisaldi attorno ai quali ruota il bellissimo libro di Italo Fontana, medico psicoanalista per oltre mezzo secolo. È un libro scritto per provare a rispondere a una serie di interrogativi ricorrenti nei nostri giorni: si può sopportare una simile presenza che inquieta, turba le coscienze, che modifica alla radice persino i più banali comportamenti quotidiani?
Si può auspicare di non dover convivere in casa propria con immigrati clandestini e spacciatori, senza perciò sentirsi razzisti? Si può esprimere un bisogno di sicurezza, una vocazione alla legalità, senza per questo essere considerati xenofobi?
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