Famiglia

Non sparate sulla Cri

"Non accetto critiche ingiuste. Io ho lavorato duro e ho riformato profondamente tutta la struttura organizzativa e amministrativa dell’Ente".

di Gabriella Meroni

Una ?crisi ormai permanente?. Principi di responsabilità e carattere democratico ?incrinati?, un disordine amministrativo ?vecchio e forte?, e in generale, un quadro ?abbastanza preoccupante?. Non sono andati certo per il sottile i deputati della commissione Affari Sociali della Camera, a cui è toccato il compito di effettuare un?indagine conoscitiva sulla Croce Rossa Italiana. Le frasi che abbiamo riportato tra virgolette, infatti, sono tratte dalla relazione conclusiva dei lavori della Commissione, redatta dall?onorevole Giuseppe Lumia, che ha dipinto la Croce Rossa come un elefantiaco carrozzone, disorganizzato e mangiasoldi, in preda agli umori di dirigenti inamovibili e onnipotenti, e quindi bisognoso di sostanziali riforme. Praticamente da rifondare. I giornali nei giorni scorsi hanno dato ampio risalto alle conclusioni della Commissione e al parere dell?onorevole Lumia. Ma come risponde a una tale mole di accuse colei che da più di due anni regge le sorti della Croce Rossa Italiana, il commissario Maria Pia Garavaglia? «Non ne posso più. Ogni volta che qualcuno tenta di riformare davvero la Croce Rossa, viene attaccato in maniera indecorosa, come è capitato a me. Ma per fortuna tutto questo sta per finire. Ad aprile terminerà il mio mandato di commissario e non ho intenzione di candidarmi alla presidenza. Con la Cri ho chiuso». È amareggiata, l?onorevole Garavaglia. Nonostante sia stata da poco eletta vicepresidente della Croce Rossa Internazionale con una maggioranza ben più larga di quella toccata alla stessa presidente, Astrid Heiberg, le recenti polemiche l?hanno convinta a lasciare gli incarichi italiani. «Niente paura, signori politici, la Garavaglia se ne va», conclude. «Nemo propheta in patria».
Onorevole, lei è stata nominata commissario straordinario della Croce Rossa nel giugno del 1995, e subito dopo, in un?intervista a ?Vita?, aveva annunciato di voler cambiare le cose in fretta, azzardando anche un termine ben preciso: sei mesi. Cosa è successo poi?
«Sono passati due anni, è vero, ma il tempo trascorso è stato indispensabile. Anzi, se si dà un?occhiata al passato si può addirittura dire che abbiamo bruciato le tappe: il 7 marzo scorso il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato lo statuto dell?associazione, che si attendeva dal 1980; il 20 dicembre cominceranno le elezioni interne per il rinnovo completo degli organici, e il 5 aprile dell?anno prossimo finirà il periodo di commissariamento che durava ormai da 16 anni».
Le conclusioni della Commissione Affari Sociali, però, non lasciano molto spazio alle interpretazioni. Sono tutte accuse infondate?
«Non infondate, ma datate. L?onorevole Lumia e gli altri deputati hanno basato la loro relazione su audizioni dell?anno scorso, prima dell?approvazione dello Statuto. Se avessero considerato attentamente i contenuti dello Statuto, infatti, non avrebbero potuto scrivere che ?codifica l?esistente e non risolve nessuno dei problemi di fondo?. La Croce Rossa è diventata un ente pubblico: questo significa aver ?codificato l?esistente?? Dicono che siamo disorganizzati? Lo Statuto elimina i sottocomitati e le delegazioni, concentrando i poteri nei comitati provinciali e regionali, e inserendovi anche membri esterni, provenienti da Comuni, Prefetture e Regioni, con funzioni di controllo. Quanto al presunto disordine amministrativo, invito tutti a prendere atto dei notevoli risparmi ottenuti su molte voci di bilancio».
Ora che cosa si aspetta dalla politica?
«Che rilanci la Cri come simbolo di garanzia umanitaria per tutti, come negli altri Paesi del mondo, dove presiedere e patrocinare la Croce Rossa nazionale è considerato motivo di orgoglio e prestigio. Invece da noi basta che qualche presidente locale rimosso vada a lamentarsi dai parlamentari amici per ottenere l?attenzione che il commissario straordinario è costretta ad elemosinare. E poi, fatemelo dire: nelle zone terremotate i nostri volontari stanno lavorando giorno e notte per aiutare chi ha veramente bisogno. Perdere anche solo un?ora per rispondere a questi signori è un peccato mortale… ».
Al di là delle polemiche, comunque, rimane l?attivtà umanitaria svolta dalla Croce Rossa nel mondo. Ci può fare qualche esempio?
«Nell?ultimo anno i rappresentanti della Croce Rossa Italiana si sono segnalati per impegno e dedizione, conquistando posti di responsabilità nelle zone più calde del mondo. Oggi abbiamo delegati italiani a Sarajevo, in Rwanda, nella zona dei Grandi Laghi, in Costa d?Avorio. Non era mai successo prima d?ora. E a Ginevra abbiamo insediato il primo desk officer italiano. Io stessa sto per partire per il Camerun, in visita a una nostra delegazione. In Umbria e nelle Marche ad oggi abbiamo distribuito quasi 400 mila pasti, e siamo presenti con 340 volontari e 130 automezzi. Queste, dal mio punto di vista, non sono parole, ma fatti. Gli stessi con cui dimostreremo che la Croce Rossa è e rimane un servizio a disposizione dell?umanità».

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