Non profit

Non solo adozioni private

Minori Convenzione dell’Aia: attenzione all’integralismo associativo

di Giampaolo Cerri

Voce fuori dal coro per le adozioni internazionali. Il coro è quello di soddisfazione, espresso da molte associazioni di settore, per il disegno di legge governativo in materia. La voce ?fuori? è quella delle Famiglie per l’accoglienza, che associa 6000 famiglie affidatarie ed adottive in tutta Italia. L’associazione sta raccogliendo firme per inviare una sorta di promemoria al legislatore, un documento che riassume alcune preoccupazioni sulla legge e invita alla riflessione. «Ci preoccupa che questa materia sia lasciata soltanto alla associazioni riconosciute», spiega uno dei responsabili, Roberto Zucchetti, padre adottivo, «e non sia previsto, dove occorra, il sussidio dello stato, cioè la possibilità di un canale pubblico a cui possa far ricorso chi viva in un tessuto sociale che non offre risposte». Zucchetti ricorda che le associazioni riconosciute gestiscono soltanto il 10% delle adozioni internazionali. «I casi sono due», osserva Zucchetti, «o il 90% sono “ladri di bambini” (ma è inaccettabile oltre che falso) oppure la capacità di risposta di questi enti è limitata». Insomma, aprire al sociale è positivo, dicono i volontari, ma in questo caso rischiamo di finire in un collo di bottiglia. Famiglie per l’accoglienza, fanno notare i volontari, non si occupa di adozioni internazionali, ma si limita a fare compagnia alle famiglie adottive. «Siamo pienamente favorevoli a che le associazioni riconosciute possano agire», chiarisce Zucchetti, «però ci sono zone del Paese in cui questa presenza oggi purtroppo non c’è. E allora che succede? Che una coppia prende l’aereo per cercarsi l’associazione riconosciuta?» Suggerimenti? Famiglie per l’accoglienza propone la Convenzione dell’Aja, ma senza fughe in avanti: «L’accordo prevede agenzie nazionali per l’adozione e la possibilità di delega di alcune funzioni agli enti privati. Ma in Italia la delega è in toto». Mantenere aperto un canale ?pubblico?, gestito dai Tribunali per i minori, salvaguarderebbe anche la libertà delle associazioni autorizzate: «Ogni associazione nasce da un’esperienza ideale», spiega Zucchetti, «ed è giusto che sia libera anche di rifiutare un’adozione». Di fronte all’idoneità negata dal Tribunale, però, ricordano i volontari, una coppia può ricorrere in Cassazione; dinnanzi all’opposizione di un ente autorizzato non c?è appello. «Imporre il tramite delle associazioni non tutela innanzitutto la loro identità», conclude Zucchetti, «ma neppure la legittima aspettativa (certo, non il diritto) di chi ha avuto un’idoneità da parte di un Tribunale». Infine, dati alla mano, la preoccupazione più grossa: «Se la legge rimane questa le adozioni internazionali crolleranno del 90%». La campagna Promotore Associazione famiglie per l?accoglienza L?obiettivo Rivedere il disegno di legge reintroducendo anche un canale pubblico per le adozioni internazionali Hanno aderito Sono state raccolte alcune migliaia di firme Per partecipare Inviare un fax alle Famiglie per l?accoglienza 02/744116


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