Famiglia

«Non si prelevano mai i bambini a scuola»

Il presidente del Telefono Azzurro interviene sul caso del bambino conteso di Cittadella: «Le forze dell'ordine non sono formate per interventi di questo genere»

di Redazione

Un video che è un pugno allo stomaco e che «evidenzia l’impreparazione degli adulti nella gestione del caso». È questa la prima reazione del presidente del Telefono Azzurro Ernesto Caffo di fronte alle immagini del bambino conteso di Cittadella.

Era proprio necessario andarlo a prelevare a scuola?
Assolutamente no. Quello è stato il segno del deficit di formazione che gli adulti hanno dimostrato in questo drammatico caso. E mi riferisco al giudice, ai poliziotti e agli assistenti sociali e agli avvocati. Fare un’operazione di quel tipo nella scuola di fronte ai compagni ha fatto del male al bambino, agli altri alunni, ai suoi genitori e a tutta la comunità. Nelle scuole queste cose non si fanno.

Ritiene che sia un caso isolato?
Credo di no. È un episodio fra mille altri che accadono senza che nessuno dica bè. Questo invece grazie al filmato non sarà facilmente dimenticato.

Come ci si sarebbe dovuti comportare invece?
Il problema è che nessuno ha messo al centro le esigenze del bambino. Invece è da lì che si dovrebbe partire. E questo in primis non l’hanno compreso i genitori e a seguire tutti gli altri. Il bambino è il bene primario. E un bambino non può essere diviso in due fazioni. A Cittadella in troppi sono stati tragicamente superficiali.
 

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