Welfare

Non sarà lapidata la giovane sudanese

Annullata dal governo la condanna a morte per lapidazione di una diciottenne cristiana condannata da un tribunale islamico del Sudan

di Redazione

Nel pomeriggio di sabato, il governo sudanese – riferisce l’agenzia missionaria Misna -, sollecitato ripetutamente dalla Comunità di Sant?Egidio, ha annunciato l?annullamento della condanna a morte per lapidazione nei confronti della diciottenne Abok Alfa Akok. La giovane donna, di religione cristiana, era stata condannata alla pena capitale per lapidazione, secondo quanto prescritto dalla sharìa (legge islamica) con l?accusa di adulterio per essere rimasta incinta in seguito a un rapporto extraconiugale. Abok Alfa Akok, del gruppo etnico Dinka, era stata giudicata da un tribunale di Nyala (Darfur del Sud), senza avere avuto modo di difendersi né durante le fasi dell?interrogatorio né in quelle del dibattimento, avvenute in arabo, lingua che lei non comprende. ?Si tratta di un fatto importante?, ha commentato padre John Antonini, direttore della Comboni Press, che ha espresso apprezzamento per l?intervento delle autorità di Khartoum in favore della giovane donna. ?La struttura decentrata dei tribunali islamici, messa a punto nel passato da Hassan el Turabi, ideologo del fondamentalismo sudanese, è purtroppo ancora operativa, il che rende difficile il monitoraggio da parte delle autorità centrali?, commenta il religioso. ?Molti di questi casi giudiziari ? prosegue – vengono notificati a Khartoum solo attraverso l?azione delle agenzie per la difesa dei diritti umani?. Per padre Antonini è indispensabile una maggiore collaborazione tra il mistero della giustizia sudanese e la società civile locale. Intanto, fonti indipendenti non confermate riferiscono che la giovane donna sudanese sarà giudicata per reati minori non meglio precisati.


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