Welfare

Non questioni

di Flaviano Zandonai

Per la cooperazione sociale è un autunno di congressi, convention e quant’altro. In corrispondenza di questi appuntamenti la produzione di documentazione strategica e programmatica viaggia a mille. Molti i temi in discussione, forse troppi. Seguendo il famoso motto “less is more” dell’architetto Mies proviamo a sfrondare per aiutare un dibattito più chiaro negli “oggetti del contendere” e meno a rischio di avvitamenti dialettici. Ecco quindi un elenco di “non questioni” di cui la cooperazione sociale può anche non parlare (o parlarne poco). Primo tema da evitare la dimensione aziendale. Si è scritto e detto moltissimo, ma non è un argomento da porre a priori; piuttosto l’esito di scelte che riguardano funzionalità ed efficacia di imprese come quelle a finalità sociale. Ad esempio guardando a come si gestisce il potere decisionale nei sistemi di governance. Secondo tema l’apertura ai mercati privati. Anche questo è un must fine a se stesso perché la questione davvero rilevante è quante e quali risorse sono essenziali per dare sostenibilità al progetto imprenditoriale e sociale. Possono essere private e di mercato ma possono essere anche di altra natura e provenienza. Terza questione la crescita del management a cui si risponde disegnando percorsi di carriera e lanciando corsi di formazione. In realtà, c’è un lavoro molto più importante da fare nel retrobottega, ovvero ripulire l’organizzazione dagli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo di questa risorsa (scarsa). Sia verso l’interno (ad esempio in un’ottica di genere), sia aprendo a percorsi che non necessariamente seguono la lunga trafila nella stessa organizzazioni. Solo alcuni spunti di una lista che può essere allungata.


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