Welfare

Non puoi pagare il conto? Lava i piatti

Aperto vicino a Barcellona il primo ristorante in cui i disoccupati possono prestare qualche ora di lavoro volontario in cambio di pasti, gratuiti e di ottima qualità. Dietro al progetto ci sono Caritas e associazioni. Ma il locale è sempre pieno anche di clienti "normali"

di Gabriella Meroni

In tempi di crisi, chi può permettersi di andare al ristorante? Per contrastare il calo costante di avventori, e contemporaneamente dare una mano concreta a chi non ha lavoro, in Spagna si sono inventati il primo ristorante sociale. Si chiama La Trobada ed ha aperto da poco a Terrassa, città catalana a 25 chilometri da Barcellona. Arredato con gusto nei toni del bianco e del nero, il locale conta 70 coperti ed è aperto dal lunedì a venerdì; offre specialità locali a basso prezzo, con menu completi a partire da 6,5 euro. E già in questo modo potrebbe dirsi un "ristorante di comunità".

Ma a Terrassa hanno fatto di più. La Trobada infatti consente anche ai disoccupati di lungo corso, che non possono permettersi di pagare, di pranzare gratuitamente in cambio di un paio di ore di lavoro. Due ore di lavoro come camerieri, lavapiatti o aiuto cucina, e il problema del pasto è risolto. Ovviamente il progetto non è partito senza appoggi, anzi: ad avere l'idea è stato un consorzio di associazioni di volontariato del territorio, la Alei, che riunisce 29 realtà attive nel settore della lotta alla povertà e al disagio familiare.

Da un lato la difficoltà di ristoranti e locali a tirare avanti per colpa della scarsità di clienti, e dall'altra il crescente numero di disoccupati e famiglie che si rivolgevano ai banchi alimentari. Mettendo insieme le due cose, è nata La Trobada: "Da noi lavorano gratuitamente 12 disoccupati di lungo corso che si alternano in turni di tre mesi", ha spiegato a El Paìs il direttore del ristorante, Xavier Casas, "ma oltre la metà dei clienti paga regolarmente. Qui si mangia bene".

Il progetto ha un budget annuale di 176mila euro, di cui oltre 95 mila sono stati versati dalla maratona sociale televisiva TV3 Marathon, una sorta di Telethon spagnolo. Altri 30mila provengono dal Comune di Terrassa e dalla Caritas, mentre ovviamente il resto è coperto dai ricavi normali del locale.
 


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