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Non profit, una rivoluzione al titolo II

Non ci sarà più bisogno del riconoscimento dello Stato. Si dovranno rispettare requisiti, verificati dal notaio. Ecco le prime conclusioni della Commissione Pinza.

di Maurizio Regosa

Riscrivere la disciplina civilistica di associazioni e fondazioni: è questo l?obiettivo della Commissione istituita alcuni mesi fa presso il ministero del Tesoro, presieduta dal viceministro Roberto Pinza, e della quale fanno parte, fra gli altri, il neopresidente dell?Agenzia delle onlus, Stefano Zamagni, il giurista Pietro Rescigno e Giulio Napolitano, docente di Diritto amministrativo. I lavori si concluderanno probabilmente a fine marzo, molti sono i punti sui quali si sta ancora discutendo, ma Vita è in grado di anticipare alcune delle linee portanti della proposta di riforma organica del libro I, titolo II, del Codice civile, che appunto regola l?ampia galassia dei soggetti senza scopo di lucro. Superare gli interventi speciali Cambiare è necessario: le norme vigenti, risalenti al 1942, non rispondono più alla realtà dei nostri giorni e rappresentano ormai un freno al dispiegamento di tutte le potenzialità del settore, cresciuto al di là di ogni previsione e fin qui oggetto di interventi legislativi speciali. E per rendersi conto di quanto sia urgente un nuovo rapporto fra non profit e Stato è sufficiente rileggere l?articolo 12 del Codice: «Le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato acquistano la personalità giuridica mediante riconoscimento?». Parole che segnalano una certa diffidenza (e un?ottica piuttosto dirigista): le associazioni, che nascono dalla società civile, devono sottoporsi al riconoscimento dello Stato. Un nuovo rapporto con lo Stato Non sarà più così: l?intenzione condivisa della Commissione è quella di valorizzare questi soggetti sulla base di un nuovo rapporto. Un?associazione sarà automaticamente riconosciuta sulla base di alcuni requisiti fissati appunto nel nuovo Codice che saranno verificati direttamente dal notaio, senza bisogno di ulteriori verifiche o riconoscimenti discrezionali. Si punta così sull?autonomia delle associazioni ma anche sulla loro libertà: i requisiti saranno regolati secondo una progressione connessa da una parte al tipo di realtà non profit, dall?altra all?intenzione o meno di accedere ad esempio ai finanziamenti pubblici. «La Commissione», spiega Marco Mescolini, capogabinetto di Pinza, «ha inteso rovesciare il ragionamento tradizionale: una volta fissati i requisiti fondamentali e qualora un?associazione abbia quei requisiti, il riconoscimento è immediato. In questa fase stiamo discutendo quale gradualità di strumenti di governance immaginare, in relazione alle diverse tipologie». Riconoscere l?attività d?impresa Il ripensamento della disciplina civilistica mira a ricondurre ad unità le molte forme possibili delle realtà non profit. Un testo unico sarebbe stato forse impossibile: la riforma del Codice civile offrirà le fondamenta su cui tutto il sistema possa divenire armonico. Via via le legislazioni speciali si riferiranno a questo modello. Che dovrebbe prevedere il riconoscimento dell?attività d?impresa. Attualmente un?associazione che ad esempio voglia anche solo sporadicamente realizzare iniziative commerciali per raccogliere fondi si trova costretta a assumere forme giuridiche diverse. In futuro non sarà più necessario. Da questo punto di vista l?impresa sociale sarà la punta più avanzata e moderna di valorizzazione dell?attività d?impresa con finalità non lucrative. «Si prende atto», commenta Mescolini, «che l?attività che nasce dalla società non è solo buona, di valore, ma è produttrice di benessere, ricchezza e servizi». Un diverso sistema di controlli Oltre a questa rilevante semplificazione, dovrebbe cambiare anche il sistema di controllo. Fatto salvo quello eventualmente esercitato da un ente finanziatore, sarà privilegiata la governance interna, regolamentata in modo graduale nei suoi elementi essenziali, per esempio la presenza del collegio sindacale o l?attività di rendicontazione in assemblea. Dovrebbero anche essere messi a punto meccanismi grazie ai quali raggiungere la maggior trasparenza possibile, specialmente nel caso in cui si intendano effettuare campagne di raccolta fondi.


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