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Non profit, ora basta leggi d’emergenza

Il presidente dell’Agenzia inaugura la nuova sede. E anticipa i contenuti del prossimo Libro bianco. «Il 5 per mille? Per ora stiamo a guardare...»

di Benedetta Verrini

Non era detto che saremmo arrivati qui». Di certo, a chiunque a fine 2006 prenderà le redini dell?Agenzia per le onlus, il presidente Lorenzo Ornaghi non lascia solo un organismo operativo in una preziosa sede nel cuore di Milano, inaugurata il 27 marzo scorso. Il suo mandato quinquennale, il professore lo ha speso a far muovere i primi passi a quello che, nelle attese di tutto il terzo settore, era chiamato a diventare il fulcro della promozione, dello sviluppo e del controllo delle organizzazioni non lucrative. E oggi che quell?organismo cammina con le sue gambe e mostra di poter correre anche oltre, con nuove responsabilità e nuovi poteri, Ornaghi fa il punto della situazione. «Abbiamo operato in condizioni di grande difficoltà», dice, «ma l?Agenzia ha fatto un lavoro importante: si è sviluppata partendo da zero, ha fatto i conti con un problema di poteri eppure ha dato risposte a un settore, il non profit, che possiede un suo dinamismo interno e prospettive di crescita, basti pensare all?impresa sociale. Mi sembra di poter dire che abbiamo fatto un buon lavoro». Vita: Il ministro Maroni ha ribadito la volontà di dare più potere all?Agenzia. E ha preannunciato che nella prossima legislatura sarà inevitabile rimettere mano alle sue competenze, trasformandola in una vera e propria Authority, autonoma regolatrice del settore non profit. Condivide? Lorenzo Ornaghi: Penso che sarà una scelta non facile, e in ogni caso collegata a un discorso più complessivo legato alla riforma di tutte le Authority. Personalmente, in una riflessione di fondo tra più poteri o più funzioni, sono a favore di una riorganizzazione delle funzioni dell?Agenzia e non credo sia necessario giungere a un cambiamento di questo organismo. Vita: Di certo non le saranno sfuggite le insinuazioni sulla ?variegata? compagine del 5 per mille. Pensa che questa sperimentazione comporterà maggiori oneri di controllo sul non profit per le direzioni regionali delle Entrate e per l?Agenzia? Ornaghi: Al momento noi non siamo stati chiamati direttamente a questo impegno. è comunque possibile che terminata la sperimentazione, valutandone gli esiti e la condotta dei soggetti coinvolti, si arrivi a un intervento più diretto. Vita: L?Agenzia ha ormai completato il preannunciato Libro Bianco del non profit. Cosa ne emerge? Ornaghi: Il Libro Bianco è un lavoro molto importante, perché da un lato registra ?l?esistente?, ossia l?intero corpus normativo legato al terzo settore. Dall?altro, poi, sollecita il legislatore a compiere alcune scelte precise. Ricordo che fino ad ora la legislazione non profit si è sviluppata sull?emergenza o è stata dettata per singoli settori. Il Libro Bianco indica l?esigenza di giungere a una normativa più complessiva, che non disciplini più solo singole parti. Queste e altre indicazioni sul futuro e sulle prospettive di riforma della normativa entreranno invece in un successivo Libro Verde, che sarà pronto per l?autunno. Vita: Quali sono gli aspetti più urgenti, o critici, su cui chiedete di intervenire? Ornaghi: Non si tratta solo di evidenziare criticità, ma anche di sviluppare un percorso di analisi. Ad esempio abbiamo sottolineato l?opportunità di rielaborare alcuni concetti-cardine di questo settore, come ?utilità sociale? o ?assistenza?. Vita: Ci sono indicazioni sulla necessità di un sostegno fiscale più certo e stabile, visto che anche il 5 per mille resta un intervento sperimentale? Ornaghi: Naturalmente c?è l?invito a giungere a un intervento fiscale più compiuto. Ma anche a sganciare il non profit dalla sola ottica fiscale, per condurlo a un?autonomia più definita in tutti i suoi settori di attività.


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