Non profit
Non profit, non è tutto intangibile
Chi lha detto che i benefit, per i manager nel non profit, devono essere solo beni intangibili come una buona atmosfera lavorativa e lalta motivazione di dipendenti e colleghi?
Chi l?ha detto che i benefit, per i manager nel non profit, devono essere solo beni intangibili come una buona atmosfera lavorativa e l?alta motivazione di dipendenti e colleghi? Secondo Acevo, charity inglese che raggruppa i dirigenti del terzo settore, è vero il contrario: tra maggio e giugno 2005, interrogando 716 top manager sociali, ha scoperto che il 13% ha un?auto aziendale e il 66% un cellulare. Il 42% delle non profit intervistate, inoltre, pagano un pc portatile per i loro dirigenti e il 22% l?allacciamento a internet da casa. Sul fronte assicurativo, prevalgono polizze sulla salute: offerte dal 16% e in molti casi estese all?intera famiglia.
Che differenza c?è tra un lobbista di Washington e un lobbista di Bruxelles? A chiederselo è l?International Herald Tribune, che così risponde: a parte il fatto che in America per chiedere qualcosa si dice «I want, io voglio» mentre in Belgio «I would welcome, io vorrei», la vera differenza è la totale mancanza di codici di comportamento e, soprattutto, di rendicontazione delle spese dei 15mila lobbisti di Eurolandia. Una folla, commenta il quotidiano americano, cui ora la Commissione vorrebbe chiedere di registrare i propri interessi. Siano quelli di un?impresa o di una specie animale in via di estinzione.
Non parlate di pari opportunità ai manager, maschi, del non profit americano. Lo stipendio medio delle loro colleghe al vertice di charity con budget superiori ai 50 milioni di dollari è aumentato del 42% fra il 2002 e il 2003 fino a raggiungere quota 262.257 dollari. L?aumento medio per i maschi s?è invece fermato al 17%, con salari intorno ai 332.985 dollari. In soldoni, rivela il 2005 GuideStar Nonprofit Compensation Report dell?organizzazione senza scopo di lucro GuideStar, gli uomini sono ancora in vantaggio. Ma per
poco…
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