Cultura

Non profit: nel Milanese un esercito di 300 mila volontari

Presentato il primo rapporto sul non profit a Milano e provincia, da cui emerge tra l'altro che il peso del settore è uguale a quello dell'industria alimentare

di Redazione

Il non profit sull’occupazione del Milanese pesa come l’industria alimentare, con 25.600 assunti a tempo pieno, una cifra pari a quella dei lavoratori, dipendenti e non, nell’industria del cibo e delle bevande nella provincia tra l’Adda e il Ticino. E’ uno dei dati che emerge dal primo Rapporto sul settore non profit milanese, curato da Adriano Propersi, docente dell’Universita’ Cattolica e presentato stamani a Milano alla Fondazione Ambrosianeum. Non profit che, nelle parole del presidente della Caritas ambrosiana, don Virginio Colmegna, ”non significa no al profitto, bensi’ cultura redistributiva del profitto”. Nella provincia di Milano sono 4.215 le organizzazioni senza fini di lucro (associazioni, cooperative sociali, fondazioni, istituzioni religiose e grandi enti), il 57% delle quali concentrato nella metropoli. Oltre ai dipendenti, un esercito (310mila persone) sono i volontari, che prestano servizi quando possono, fornendo pero’ il contributo di 36mila lavoratori a tempo pieno. Il 60% impegna meno di 5 ore la settimana, il 26% tra 5 e 10 ore, il 14% per piu’ di 10 ore. Poi, ci sono oltre 1.800 obiettori di coscienza, che fanno il servizio civile in 238 enti di Milano e provincia. Gli obiettori in servizio nel Milanese sono la meta’ di quelli lombardi e un decimo del totale nazionale. Per Alberto Falck, il non profit deve ”trovare mezzi efficaci per la raccolta di fondi, dato che, in epoca di bassi tassi, anche patrimoni ingenti come quelli delle fondazioni hanno un rendimento molto ridotto”. Il Comune di Milano, riferisce il rapporto, nel ’99 ha impiegato per i servizi sociali 292 mld di lire, piu’ altri 66 mld per il personale e oltre 100 mld per le spese in conto capitale. Il 52,2% circa della spesa e’ andato al non profit, che gestisce i servizi attraverso convenzioni con il Comune. Il volontariato milanese, sostiene il rapporto, ritiene che il suo ruolo venga equivocato dagli enti locali, che tendono a ricorrere ai volontari in quanto forza lavoro a poco prezzo. Consulta la sintesi del rapporto


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