Formazione

Non profit in Italia: ecco tutte le cifre del censimento Istat

Sono stati censiti oltre 3,2 milioni di volontari e 221mila enti non profit. In allegato il file da scaricare compreso di rapporto e tabelle riassuntive, in formato zip

di Gabriella Meroni

Il non profit in Italia e’ un fenomeno sempre piu’ rilevante, sotto il profilo sociale ma anche sotto quello economico, secondo le rilevazioni dell’Istat che parlano di un giro d’affari annuo di 73mila miliardi. Il primo censimento delle organizzazioni e delle imprese non a scopo di lucro e’ stato presentato oggi a Roma, presso l’Istituto di Statistica. Ecco le cifre più rilevanti.

Nel non profit lavorano, regolarmente retribuite, 630mila persone, ”una quota rilevante – sottolinea l’Istat – anche ai fini dei conti economici nazionali”: 532mila sono lavoratori dipendenti, 80mila addetti con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, 18mila lavoratori distaccati o comandati da altre impreso o istituzioni. A questi vanno ad aggiungersi 3,2 milioni di volontari, 96mila religiosi e 28mila obiettori di coscienza. Le istituzioni no-profit attive sono in tutto 221.412. Di queste, la meta’ e’ localizzata nell’Italia settentrionale e i due terzi circa svolgono attivita’ prevalentemente nel settore cultura, sport e ricreazione. In termini assoluti la Lombardia (31.120 istituzioni), il Veneto (21.092) , l’Emilia Romagna (19.160) e la Toscana (18.021), sono le regioni in cui si registra il maggior numero assoluto di enti non profit. Il Trentino (88,7) e la Valle d’Aosta (69,2) sono quelle in cui è concentrato il numero più elevato di organizzazioni ogni 10mila abitanti.

Nel 91,3% dei casi si tratta di associazioni, riconosciute (61.313) e non (140.746). Tuttavia sono attive anche 3.008 Fondazioni e 4.651 cooperative sociali, le quali – evidenzia l’Istat – sebbene meno numerose ricoprono un ruolo olto significativo per le attivita’ svolte, la quota di occupati utilizzati e la consistenza economica delle loro iniziative. Nel complesso, il giro d’affari dichiarato dalle istituzioni del non profit e’ di 73mila miliardi di entrate e 69mila miliardi di uscite: 4mila miliardi in piu’ le entrate, rispetto alle uscite. Dati che hanno risvegliato l’interesse dell’Unioncamere che in prima persona ha gestito la raccolta e la gestione delle informazioni per il censimento. ”Queste cifre – ha detto stamane Claudio Gagliardi, responsabile dell’Ufficio Studi di Unioncamere – dimostrano che il tema dell’impresa non e’ antitetico a quello della socialita”’. Il 63,1% delle imprese censite (139.733) operano nel settore cultura, sport e ricreazione. Segue il settore dell’assistenza sociale, nel quale e’ attivo l’8,7% delle istituzioni (19.234). A seguire le relazioni sindacali e la reappresentanza di interessi (7,1% pari a 15.634 organizzazioni), istruzione e ricerca (5,2% peri a 11.537 unita’), sanita’ (4,4% pari a 9.676 unita’), tutela dei diritti e attivita’ politica (3,1%, pari a 6.842 unita’), attivita’ di formazione e promozione religiosa (3,1%, pari a 6.802 unita’). dello sviluppo economico e coesione sociale (2%, 4.338 organizzazioni), dell’ambiente (1,5%, pari a 3.277 unita’) della cooperazione e solidarieta’ internazionale (0,6%, 1.433 unita’) della filantropia e promozione del volontariato (0,6%, 1.433 unita’). ‘

‘Le Camere di Commercio hanno un interesse specifico per questo settore – ha detto oggi Gagliardi – e pensano sia necessario un Registro permanente che offra maggiore visibilita’ a queste imprese e, allo stesso tempo, consenta un loro monitoraggio costante”.

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