Volontariato

Non profit a rischio fallimento

Aumenta la domanda e calano le entrate. Un outlook decisamente negativo

di Gabriella Meroni

E’ stato pubblicato ieri 3 aprile 2012 il quarto Rapporto nazionale sullo stato finanziario del settore non profit Usa edito dal Nonprofit Finance Fund (NFF) grazie al contributo di 4.607 organizzazioni non profit. Ecco i principali dati emersi.

Aumenta la domanda, calano le entrate. A fronte di un aumento costante della domanda di servizi nel corso degli ultimi quattro anni, l’85% del campione ha registrato un incremento anche nel 2011, rispetto al 67% del 2009. Finanziariamente, però, i numeri continuano a diminuire. Solo il 43% delle onp ha più di tre mesi di riserve di liquidità, e solo il 56% è arrivata in pareggio a fine anno.
“I dati mostrano un sistema sempre più sotto pressione, a rischio crac”, ha detto Antony Bugg-Levine, Presidente e Amministratore Delegato di NFF, un’organizzazione senza scopo di lucro altamente innovativa che ha introdotto nuovi modelli di finanziamento per rafforzare il settore non profit.

I dirigenti se ne lavano le mani. Un dato allarmante secondo Levine riguarda il minor coinvolgimento dei board delle associazioni nelle attività di finanziamento. Secondo l’indagine infatti solo il 41% delle organizzazioni riferisce di aver coinvolto direttamente i membri del board in questo settore, contro il 51% del 2011 e il 60% del 2009. Ma quel che è peggio, solo il 43% delle associazioni pensa che questo coinvolgimento aumenterà in futuro. Quanto alle direzioni dei finanziamenti, il 54% delle associazioni li utilizzerà per nuovi progetti, mentre solo il 12% li indirizzerà al rafforzamento della struttura e il 21% a maggiori costi operativi.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.