Non profit
“Non più un euro alle Centrali nucleari!”
La Commissione intende chiedere al Consiglio dei Ministri di finanziare nuovi progetti nucleari in Europa Orientale: la denuncia di Amici della Terra e il documento che lo prova
di Redazione
Gli Amici della Terra hanno reso pubblico un documento preparato dalla Commissione e destinato al Consiglio dei Ministri del Tesoro dell’UE. Il documento chiede uno stanziamento aggiuntivo di due miliardi di Euro per l’Euratom, in modo che esso possa finanziare impianti nucleari nei paesi dell’Est e nell’ex URSS.
In un capitolo del documento intitolato “Giustificazione per elevare il tetto dei prestiti” si legge che la Commissione “dispone di un potente strumento finanziario per influenzare la sicurezza nucleare oltre i confini dell’Unione Europea… I recenti prestiti concessi per progetti nucleari in Bulgaria ed Ucraina dimostrano che l’Euratom può essere usato a sostegno delle politiche comunitarie nel settore,…legando i prestiti alla chiusura di reattori più vecchi”.
Di fatto, il più recente dei due prestiti, destinato al completamento dei reattori K2R4 in Ucraina è stato deciso malgrado la forte opposizione di diversi governi Europei, di esperti e di ambientalisti tanto nell’UE quanto in Ucraina, dove solo il 14% dei cittadini era in favore del progetto. Oltre a tutto, nessuna delle condizioni della Commissione legate al prestito può essere fatta obbligatoriamente valere nei confronti dei realizzatori del progetto. Non c’è, in particolare, alcuna garanzia che gli standard di sicurezza nucleare validi in Occidente saranno attuati, visto che su questo l’autorità di controllo nucleare ucraina ha competenza esclusiva. Per quanto riguarda l’unico altro prestito Euratom concesso nel decennio e destinato al prolungamento della vita operativa dei reattori bulgari Kozlodui 5 e 6, esso era legato alla condizione della rapida chiusura dei reattori 1, 2, 3, e 4. Il 3 e il 4 tuttavia non sono stati chiusi e la data continua a slittare, tanto che ora si parla del 2010.
Nel documento la Commissione sostiene anche che “Dato che possono essere anche parzialmente finanziati progetti di chiusura di impianti nucleari…i finanziamenti concessi dall’Euratom possano dare un contributo positivo alla cultura della sicurezza nucleare…”.
“Si tratta di una giustificazione fantasiosa: infatti la chiusura di un impianto nucleare produce solo costi e nessun introito, per cui non otterrebbe finanziamenti aggiuntivi da parte di Istituzioni di credito internazionale come la BEI – commenta Laura Radiconcini degli Amici della Terra Italia – Parlare di sicurezza e di chiusura è semplicemente un esercizio di pubbliche relazioni, soprattutto sapendo quali sono i progetti per cui alcuni paesi dell’Est si preparano a fare domanda, ad esempio il reattore 2 della centrale di Cernovoda in Romania”.
All’inizio di marzo il governo romeno ha confermati l’intenzione di chiedere un prestito per Cernovoda 2, annunciando l’intenzione di costruire altre tre unità. Cernovoda 1, un CANDU di progettazione canadese, è stato già completato grazie a finanziamenti delle agenzie di credito alle esportazione Canadese e Italiana.
Secondo gli Amici della Terra l’Euratom è un’inutile lascito degli anni ?50. E’ stato creato per facilitare lo sviluppo dell’energia nucleare negli stati membri della Comunità Europea, ma fin dall?inizio il suo operato è stato criticato anche da chi non era pregiudizialmente contro il nucleare, per la sua discutibile gestione dei fondi e per non aver mai davvero contribuito al progresso scientifico europeo. Ora che molti Stati membri sono sempre meno interessati al settore, si vuole invece utilizzarlo per favorire lo sviluppo nucleare fuori dalla Comunità. Ma gli interessi dell’industria nucleare occidentale in declino non giustificano questo utilizzo dei fondi comunitari.
Per ulteriori informazioni si veda “Perché occorre chiudere l?Euratom o cambiargli nome e mandato“. Il documento riservato della Commissione è disponibile presso l’Ufficio Stampa degli Amici della Terra.
Tullia Censon
Ufficio Stampa
Amici della Terra
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sito: www.amicidellaterra.it
scarica il documento della Commissione europea
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