Welfare

Non più soli. Una rete di assistenza per anziani in difficoltà e senza famiglia

Protocollo di intesa tra Comune e Provincia di Roma, Regione Lazio e Prefettura. Programmi personalizzati per l’accompagnamento dalle case di riposo alle Rsa.

di Luca Zanfei

Fare rete per assistere gli anziani in difficoltà. Ma stavolta non si parla di cooperative o realtà sociali operanti sul territorio. L?iniziativa viene direttamente dal pubblico, dalla collaborazione stretta tra Comune e Provincia di Roma, Regione Lazio e Prefettura. Un protocollo di intesa, sottoscritto ad inizio aprile, impegna i tre firmatari a istituire programmi personalizzati di accompagnamento degli anziani dalle case di riposo alle Residenze sanitarie assistite. In tutta la Provincia di Roma sono quasi 150mila le persone over settanta che diventano non autosufficienti durante la permanenza in una casa di riposo e che, privi di una rete di supporto famigliare, si ritrovano nelle lunghissime liste di attesa per un posto nelle Rsa. Per queste persone la legge non prevede un?assistenza sanitaria al di fuori di strutture residenziali specializzate, che ad oggi però sono sottodimensionate e inadatte a rispondere alla sempre maggiore domanda.

Finalità e servizi
Così con il protocollo, la Regione, la Provincia e il Comune forniranno il supporto medico e sociale direttamente all?interno delle case di riposo, accompagnando il soggetto fino all?entrata nella Rsa. «Abbiamo immaginato una fase transitoria in cui la casa di riposo funga temporaneamente da domicilio», spiega l?assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio, Alessandra Mandarelli. «Così abbiamo supplito a una situazione che si creava di fatto nel momento in cui le persone ospitate divenivano non autosufficienti. Siamo partiti dai numerosi casi pratici riscontrati sulla provincia di Roma e il protocollo siglato è la risposta delle istituzioni integrate».

Finalità e servizi
Il progetto partirà nel solo Comune di Roma, per poi estendersi a tutta la Provincia, e prevederà una parziale modifica della legge regionale di tutela degli anziani non autosufficienti, al fine di permettere la definizione di piani di assistenza pubblica personalizzata e l?impiego di operatori socio-sanitari al di fuori dei tradizionali percorsi di recupero nelle strutture di competenza. In questo modo «pensiamo di rendere il meno traumatico possibile il passaggio dalle case di cura alle Rsa, di quelli anziani divenuti non autosufficienti che, a causa del sovraffollamento delle strutture rischiano di perdere il diritto all?assistenza», aggiunge la Mandarelli. «Così verremo incontro a tutte quelle persone che non hanno la fortuna di avere l?aiuto di una famiglia e che la legge avrebbe così penalizzato lasciandole prive di un appoggio sociale». L?iniziativa si inserisce in una nuova visone pubblica dell?intervento che solo a Roma ha ispirato numerosi progetti indirizzati alla tutela dei 50mila anziani non autosufficienti che vivono nella capitale e hanno bisogno di un?assistenza 24 ore su 24.

Finalità e servizi
Specifici accordi tra gli assessorati alle Politiche sociali e del lavoro e le tre confederazioni sindacali hanno già cercato di regolare l?aspetto dell?intervento domiciliare, con l?istituzione di particolari Registri di badanti, per la maggior parte stranieri, che intendono offrire assistenza domiciliare ad anziani in difficoltà. Un progetto capace di garantire un facile accesso a servizi di qualità e a basso costo per gli anziani e una efficace tutela degli stessi lavoratori immigrati, che verranno accompagnati nel loro processo di formazione evitando così di rimanere vittime di truffe o di fenomeni di soggezione e di sudditanza nei confronti dei datori di lavoro.

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