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Non è la nostra guerra

Scrive il pedagogista esperto di gestione dei conflitti: «In questo momento non conta chi ha ragione ma le conseguenze di tutto questo. L’escalation nucleare non prevede un giudizio finale sulle ragioni e suoi torti ma la morte di tutti. La tensione va attenuata per portare i belligeranti a un punto di possibile discussione e possibile accordo. Viceversa, la decisione di mandare armi letali ai combattenti ucraini è pericolosissima: le armi alimentano la guerra»

di Daniele Novara

Non ci sarà una terza guerra mondiale così come non ci sarà una guerra nucleare. Ci sarà solo l’estinzione del genere umano, la fine della nostra storia e il cosiddetto inverno nucleare ben peggio dell’asteroide che colpì la Terrà 66 milioni di anni fa producendo l’estinzione dei dinosauri. Basta un centesimo delle migliaia di testate nucleari esistenti a distruggere tutto il Pianeta.

Si sentono in questi giorni parole irresponsabili da entrambi i lati con politici dilettanti che non si rendono conto della posta in gioco, come se si trattasse di un gioco da bambini dove conta chi ha ragione. Non conta chi ha ragione ma le conseguenze di tutto questo. L’escalation nucleare non prevede un giudizio finale sulle ragioni e suoi torti ma la morte di tutti.

La nostra Europa sta agendo in maniera totalmente emotiva senza consapevolezza delle sue responsabilità, la tensione va attenuata per portare i belligeranti a un punto di possibile discussione e possibile accordo.

Viceversa, la decisione di mandare armi letali ai combattenti ucraini appare una decisione pericolosissima e fuori dalla storia della comunità europea che ci fa entrare in una guerra di cui non conosciamo i confini, l’unica certezza è il bisogno spasmodico dell’Ucraina di trascinare tutti nella sua guerra così come quello della Russia di mettersi contro tutti. Due tendenze che alla fine vanno a combaciare e che rischiano di sterminare l’Europa così come la conosciamo.

Non c’è speranza nella prospettiva prevista dalla Comunità Europea, le armi alimentano la guerra; viceversa bisogno far allentare la tensione e portare a un punto di confronto e di dialogo.

Non è la nostra guerra.

Non è la guerra dell’Europa.

Si stanno ascoltando in questi giorni frasi irresponsabili, la confusione fra il governo russo e la Russia e i russi stessi è imbarazzante, anche da parte di politici sufficientemente navigati e preparati che usano e fanno dichiarazioni come se stessero in campagna elettorale. Questa non è una campagna elettorale, si tratta della nostra vita, della vita dei nostri figli e dei nostri bambini. Occorre agire senza emozione, non alimentare la guerra ma alimentare la speranza.

Daniele Novara, pedagogista, fondatore del Centro PsicoPedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti

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