Sostenibilità

Non è il paese del sole

I diversi governi che si sono succeduti non hanno messo al centro l'interesse energetico del Paese. La prova? I pannelli solari, più diffusi sulle alpi che in Sicilia.

di Giustino Trincia

In materia energetica l?Italia ha accumulato un ritardo decennale a causa della mancanza di idonee politiche pubbliche. Occorre una forte crescita di consapevolezza da parte dei cittadini attorno al tema dell?uso razionale e consapevole dell?energia, per costringere la politica ufficiale, i diversi esecutivi di turno a livello nazionale, regionale e locale, a rimettere al centro della loro azione l?interesse generale e il futuro del Paese.

Responsabilizzare le comunità locali
La politica energetica è un fatto nazionale, oltre che europeo (come abbiamo visto con l?ultimo blackout italiano), ma non solo. Il ruolo di regioni e comunità locali dovrebbe crescere in termini soprattutto di esercizio di responsabilità e di poteri di controllo. Perché, ad esempio, non favorire lo sviluppo di impianti di produzione di energia di più limitate dimensioni, in grado però di assicurare un buon margine di autonomia ai rispettivi territori?

Il ruolo dei cittadini: serve più informazione
La cosa che più colpisce, negli ultimi tempi, è la scarsa sensibilità di molti amministratori pubblici nei confronti dell?esigenza di garantire preventivamente una adeguata informazione alle popolazioni interessate e di promuovere la loro proficua collaborazione per affrontare il tema energia e, in particolare, il tipo e la localizzazione dei nuovi impianti.
Nel caso delle nuove centrali ci troviamo davanti a popolazioni il più delle volte non adeguatamente informate sui problemi di partenza, sulle ipotesi di soluzioni, sui criteri di scelta, sui pareri forniti alla comunità scientifica (se davvero sono stati richiesti e forniti), sui tempi di realizzazione, sugli strumenti di controllo e di tutela a disposizione dei cittadini. Non parliamo poi della disponibilità a tener conto di osservazioni e proposte da parte di una cittadinanza sempre più sensibile a certi temi.

Educazione al consumo responsabile
Pochissimi sanno quanto consumano i propri elettrodomestici, o conoscono i piccoli grandi accorgimenti per risparmiare e spendere meglio. Siamo a livelli di analfabetismo di massa. Si dovrebbe partire dalla scuola, all?interno magari degli spazi di educazione civica e comunque con idonee iniziative che, dove sperimentate, suscitano l?entusiasmo di bambini, studenti, famiglie e insegnanti.

Promuovere le fonti rinnovabili
Quello delle fonti rinnovabili è uno dei grandi misteri italiani. Il Trentino Alto Adige è la regione italiana dove maggiore è l?utilizzo di pannelli solari, mentre nella gran parte delle regioni italiane, ricche di sole o di vento, siamo ancora vicini all?anno zero. I costi per la diffusione delle tecnologie necessarie a usare l?energia pulita sono ancora troppo alti per la semplice ragione che questa non è ancora una priorità e pochissimi sono gli investimenti e gli incentivi messi a disposizione per il suo sviluppo nelle case, nei condomini, nelle scuole e negli edifici pubblici, negli alberghi, nel sistema economico e produttivo.

Gestire l?emergenza, o fare prevenzione?
Per gestire l?emergenza dei prossimi anni occorre puntare sul risparmio, partendo dalle case e dagli impianti di illuminazione pubblica delle nostre città. È necessario inoltre rilanciare la cultura della manutenzione delle reti e degli impianti, per favorire il recupero di strutture oggi non attive e per contrastare dispersioni e interruzioni. Non si può tuttavia nascondere la necessità di creare nuovi impianti, non necessariamente grandi, ma il punto è di quale tipo, e qui torniamo ai punti già sviluppati in precedenza. Comunque è indispensabile garantire che l?Italia disponga al più presto di un sistema misto di produzione di energia, superando l?attuale squilibrio, in cui è massima la dipendenza dalle fonti di energia tradizionale con oli combustibili (cioè i più costosi, anche dal punto di vista ambientale).

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