Non profit

Non diteci che l’impresa fa male

Giorgio Vittadini, presidente della Cdo, replica a Zamagni: "Ho l’impressione che tanti vogliano impedire che il nostro non profit si adegui ai livelli internazionali"

di Giampaolo Cerri

L?ha letto e riletto da cima a fondo il grido d?allarme di Stefano Zamagni. E per questo dice «non ci sto». Giorgio Vittadini, presidente della Compagnia delle opere, dissente, e animatamente, com?è nel suo carattere, da quello che ha detto a Vita l?economista bolognese. Vita: Professor Vittadini, cos?è che non la convince? Giorgio Vittadini: Mi va benissimo la definizione ?impresa civile?, ?impresa sociale?, basta poter cambiare. Perché, il cambiamento in questo settore ha sempre dei nemici. Zamagni dovrebbe ricordare come hanno distrutto la sua proposta di legge sulle onlus per fare un aborto, la 467/97. La nostra raccolta di firme invece ha prodotto qualcosa. Ho l?impressione molto netta che anche negli ambienti tradizionali per scopi di potere, ci sia il desiderio di fare assolutamente nulla e quindi non adeguare il non profit italiano ai livelli internazionali. Se le definizioni suggerite da Zamagni quindi servono a un cambiamento, ben vengano. Se mirano a bloccare un processo di innovazione, siamo allora all?ennesimo bizantinismo. Vita: Cosa la fa pensare che si voglia bloccare l?impresa sociale? Vittadini: Ci sono alcuni sintomi. Il primo è la questione lanciata dalla Fivol sugli enti ecclesiastici, e che anche Zamagni fa, secondo la quale gli enti religiosi non potrebbero beneficiare della nuova legge. Non c?entra nulla? Vita: Resta il fatto che la diminuzione di volontari è un dato di fatto? Vittadini: Anche qui, si rischia di tornare a questioni un po? datate, alla Scalfaro, per il quale il non profit è solo il volontariato. Il volontariato è fondamentale. E c?è, purtroppo, un calo nelle disponibilità. Ma il volontariato è una cosa, l?impresa sociale è un?altra. Non confondiamo le acque, mettendo in guardia tutti dai presunti pericoli dell?impresa sociale, definendola un attacco al volontariato. Ripeto: un conto è il volontariato, che serve, altro conto è l?impresa sociale, che è utile e importante allo stesso modo. Vita: L?uno e l?altra sono compatibili? Vittadini: Certo e ciò significa che deve crescere il volontariato e deve crescere l?impresa sociale. Avanti tutta su questa legge, quindi, senza creare questi problemi, sul volontariato, sugli enti ecclesiastici, sulle cooperative. Diversamente io definisco tutto ciò una manovra dilatoria di chi ha paura che parlare di impresa sociale riequilibri questo settore. Soprattutto faccia saltare rendite di posizione che, purtroppo, ci sono anche nel campo del volontariato. Vita: Ma anche lei riconosce la difficoltà del volontariato. Come se ne esce? Vittadini: Con l?ideale. è il problema dell?ideale. La parola volontariato è riduttiva: quasi voglia inserire l?idea di un optional. Noi preferiamo parlare cristianamente di carità. Perché è la coscienza dell?uomo che ho che mi spinge ad abbracciarlo, gratuitamente, dando del tempo, in qualunque modo. E, nel caso che uno non sia cristiano, è comunque un valore etico della persona, come unica e irripetibile e quindi come punto fondamentale del mio impegno che non chiede qualcosa in cambio. Questo è per noi fondamentale. Vita: La crisi dov?è? Vittadini: La crisi c?è quando si fa fuori l?ideale, quando si costruisce il compromesso, quando c?è una concezione riduttiva del povero e non lo si guarda neppure in faccia o quando si fa una riduzione politica del volontariato. Vita: Lei cosa suggerisce? Vittadini: Di ritornare alla grande concezione del volontariato propria del movimento cattolico o di quello operaio e di una laicità intesa come aiuto della società: a questi grandi ideali e a queste tradizioni, senza aggiungere cose che sono un po? bolse, perché deboli. Vita: Ma il rischio di una deriva verso la filantropia, verso il conservatorismo compassionevole, lei lo condivide? Vittadini: Su questo sono completamente d?accordo. No al dono come concessione, sì al dono come una posizione di forza, non compassionevole, è una posizione originale della società, una cosa che risale alle opere di misericordia spirituali e corporali, è qualcosa che è nel codice genetico degli italiani. Vita: Voi, però, fate la Federazione dell?impresa sociale che sostituisce la Cdo non profit. E il volontariato? Vittadini: Sarà una confederazione di diverse realtà. Quando diciamo impresa sociale, diciamo qualcosa che è diverso ma non esaustivo del volontariato. Le opere che fanno volontariato, Banco alimentare, Famiglie per l?accoglienza, Centri di solidarietà, tanto per citarne alcune, saranno dentro ma con la loro specificità. Diverse però da un ospedale non profit.


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