Mondo
Non demolite quella scuola
L'elementare Al Ahmar, costruita con 2200 pneumatici da un'ong italiana, minacciata dalle ruspe israeliane
Vietato toccare la scuola di gomme Alhan Al Ahmar. Lo chiedono a gran voce i bambini beduini (e i loro genitori) di una zona desertica della Cisgiordania poco fuori Gerusalemme: dal 2009 l’ong italiana Vento di Terra ha costruito per loro un istituto scolastico elementare i cui muri sono stati realizzati con l’uso di 2200 pneumatici usati, e da quel momento a cento ragazzini è stato garantito il diritto all’istruzione.
Ma pochi mesi fa, a causa una decisione della corte israeliana (il luogo è nei Territori palestinesi occupati da Israele), alla scuola è arrivato l’avviso di sgombero: è un luogo troppo vicino a una grossa colonia israeliana (40mila abitanti) in rapida espansione, e quindi va spostato altrove, compresi i cinque villaggi di beduini adiacente, che sommano ben 247 famiglie.
“Chi demolisce una scuola demolisce il futuro”, denuncia l’ong Vento di Terra lanciando una sottoscrizione di firme da raccogliere entro Natale 2011 per chiedere al Consolato italiano di Gerusalemme di convincere il Governo israeliano a non far arrivare le ruspe. Già parecchie le adesioni, ma ne servono molte altre per scongiurare che i bambini non abbiano più un luogo dove imparare. “Ci piace la scuola, ma sia essa sia i villaggi sorgono in un area in cui non è autorizzata alcuna costruzione”, ha spiegato un membro dell’amministrazione civile israeliana, ente ‘gestore’ di più della metà delle terre della Cisgiordania. “La terra non è loro, per questo dobbiamo trasferire i villaggi altrove”. Dove? La risposta per ora non c’è. Resta invece la preoccupazione della gente del posto, alcuna della quale nata in quel luogo decine di anni prima: “continuo la mia vita, non penso allo sgombero per non stare male”.
E pensare che il progetto della scuola di gomme è stato finanziato dal Consolato italiano, dalla Cei, Conferenza episcopale italiana, dai Comuni del sud Milano e dai sostenitori di Vento di Terra. “La richiesta di demolizione è arrivata dai coloni stessi, che risiedono illegalmente lì vicino”, spiega l’ong nel lanciare l’appello, che si può trovare sul sito scuoladigomme.org, “la scuola è oggi un simbolo di autostima e dignità per l’intera comunità, che vive già da anni marginalizzata: non ha infrastrutture né accesso all’acqua, all’energia elettrica e ai servizi di base”.
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