Famiglia

Non ci resta che Striscia

L’ultima rivelazione: le bollette Enel maggiorate per chi abita nei container.

di Gabriella Meroni

«L?informazione sul terremoto? Un dodicesimo grado della scala Richter. Hanno fatto più danni i giornali delle scosse». Parola di Antonio Ricci, l?autore-direttore dell?unico programma televisivo capace di dire qualcosa di vero e concreto sul sisma dell?Umbria, senza allinearsi al coro entusiasta degli altri mezzi di informazione. È stata Striscia la Notizia, con il Gabibbo, a scoprire i container della Protezione Civile abbandonati a Pizzighettone. Ancora il Gabibbo li ha seguiti fino a Falconara, dove sono ancora oggi parcheggiati invece di servire ai terremotati. E sempre Striscia ha smascherato la beffa delle chiavi dei container consegnate per finta e subito tolte alle famiglie di Colfiorito, e la beffa delle bollette Enel maggiorate per gli sfollati. Inanellando una serie di scoop che hanno costretto anche le autorità, con il sottosegretario Barberi in testa, ad accettare il confronto con il Gabibbo e i dieci milioni di fedelissimi che lo seguono ogni sera. E spiazzato i telegiornali, costretti anche loro all?inseguimento di Greggio e Iacchetti.
Arrivare negli studi di Milano Due poco prima della diretta delle otto e mezza è come essere catapultati nella redazione di quei giornali che si vedono nei film americani: nel corridoio di Striscia i ?fiancheggiatori? armati di telecamera vanno su e giù con le cassette piene di filmati dall?Umbria; Ricci non stacca gli occhi dal monitor del computer, fisso sulle agenzie di stampa, e annota: questa è buona, facciamo un servizio; Castagna si lamenta perché non lavora? Diamogli il tapiro d?oro. Greggio e Iacchetti finiscono di doppiare i servizi alle otto e un quarto, e poi via, in studio. Squilla il telefono: è un telespettatore che segnala un altro sopruso che il Gabibbo dovrà vendicare. «Ma noi non siamo vendicatori, non ne abbiamo i mezzi» sorride Antonio Ricci alla fine del programma. «Se tiriamo fuori notizie che i giornali non danno è perché ci piace la provocazione. Ci piace dimostrare l?incredibilità degli altri e della realtà, e se in questo modo diventiamo più credibili è merito solo della fantascientifica assurdità degli altri».
Una provocazione che ha fatto guadagnare a Striscia centinaia di querele. I magistrati hanno denunciato perfino il Gabibbo… «A me il Gabibbo fa schifo, lo odio» continua Ricci. «Ma è l?esatta parodia di quello che non è, e che dovrebbe essere, l?informazione». Il nuovo direttore di Canale 5, Costanzo, ha detto che ti farebbe fare un telegiornale. Che ne dici? «E? una minaccia?». Non accetteresti? «Non posso. Per motivi religiosi».
Eppure sul terremoto i giornali ?veri? sono stati zitti e gli scandali più clamorosi li ha fatti uscire Striscia. Cosa succede all?informazione in Italia? «E? una cosa scandalosa» insorge Ricci. «C?è una retorica che fa spavento. Hanno consegnato quattro container e i telegiornali lì a dire che era finito il terremoto, poi bastava girarsi per vedere che i container arredati erano solo quelli alle spalle di Barberi, gli altri erano vuoti. C?è una specie di timore dell?autorità per cui si ha paura a dire che ci sono dei problemi. Ma perché? Il fatto che consegnino le chiavi del container alla signora e poi gliele tolgano è di destra o di sinistra? Perché non si può dire? È contro il governo? Mica accusiamo Prodi perché è successo il terremoto». Anche se avete detto che porta un po? sfiga… «Noi strisciamo basso» ride Antonio Ricci. «Ma sempre meglio del tiggì regionale dell?Umbria che è diventato addirittura mussoliniano: qui tutto bene, grazie. Hanno fatto vedere i container finti come nel ventennio quando riprendevano gli aerei che volavano e poi rientravano negli hangar… L?informazione è schiacciata. Può fare tutto, ma non disturbi il manovratore. E intanto succedono cose incredibili, come quando il dottor Todisco della Protezione civile ha detto al Tg5 che dopo il servizio su Pizzighettone la gente gli aveva fatto passare la notte in bianco per chiedere spiegazioni. Capito? Avevamo disturbato il manovratore».
«I quotidiani e tiggì ufficiali non graffiano» si inserisce Ezio Greggio, da dieci anni al timone di Striscia. «Mettono in scaletta la cronaca, la politica, due o tre reali, quattro attricette e finito lì. Ma attenti, perché dove non arrivano i giornalisti ufficiali arriviamo noi…» Le denunce di Striscia sono pesanti. Tanto che molti giornali le fanno passare sotto silenzio. Ma Ricci e soci non ne soffrono più di tanto. «Lo facciamo apposta» conferma Antonio. «Perché devo soffrire io? Soffriranno gli altri. Noi facciamo dieci milioni di ascolto ogni sera, lanciamo notizie che gli altri non hanno e anche se le avessero non venderebbero dieci milioni di copie. È un problema mio o di chi fa i giornali? Io ho un?idea così apocalittica dell?informazione che quando vedo in televisione un direttore di giornale che se la tira a me scappa da ridere. Ma cosa vuole? Cosa pensa di fare? Eccolo, è come il Gabibbo. Anzi, peggio del Gabibbo». Nessuna differenza? «No, è uguale. I direttori di giornali sono una sottomarca del Gabibbo, perché vorrebbero essere come lui ma non ci riescono. Non riescono a interessare dieci milioni di persone. Mi dispiace, Striscia esiste, è una realtà con cui bisogna fare i conti».
«L?aggressività paga» conferma Greggio. «C?è una gran voglia di sentire un?opinione non allineata. Noi scegliamo gli argomenti in base ai fatti. Adesso bastoniamo l?Ulivo perché ne stanno combinando di grosse, ma se domani cambia il regime…» «Rompiamo le scatole a tutti, siamo trasversali» riprende Ricci. «E poi abbiamo una cosa in più che gli altri non hanno: la gente. È il pubblico il nostro datore di lavoro vero, perché se non facessimo grossi ascolti saremmo già morti. E? un cane che si morde la coda: i nostri scoop sono nati tutti da segnalazioni del pubblico. Siamo l?unica valvola di sfogo. Dirò di più: forse – lasciatemi sognare – abbiamo anche contribuito a creare un modo diverso di guardare la tv perché abbiamo fatto vedere tutte le patacche che fanno passare come vere. Due milioni di spettatori fuggono dalla tv: non è che per caso non ne possono più di tutte le palle che sparano? E poi guardano Striscia. Per pagliacci che siamo…». ?

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