Politica

Non chiedono poltrone, chiedono attenzione

Elezioni 2008/ Un commento: non ci illudiamo di vivere in un contesto talmente dinamico da consentire a una donna e a un uomo di colore di contendersi la presidenza!

di Redazione

"Prima le donne e i bambini" si conferma una bella frase da situazione di emergenza, che implicitamente ribadisce il primato del maschio adulto nel far fronte ai pericoli. Il tempestoso mare della politica resta inadatto al gentil sesso e ai nuovi cittadini.

Rassicuratevi, non parlerò di quote rosa o di rappresentanza delle minoranze, che sarebbero del resto una forma di discriminazione positiva davvero fantascientifica nel sistema elettorale di un Paese che fatica a gettare lo sguardo oltre i consueti orizzonti. Forse non è neppure tutta colpa dei soliti noti: la società civile bussa poco alle porte delle istituzioni perché non le percepisce come luogo privilegiato in cui esprimersi, ricambiata del resto dalla medesima indifferenza da parte di chi dovrebbe essere al suo servizio. Conviventi senza neppure un riconoscimento quale coppia di fatto, Stato e società in Italia sembrano le famose ?rette parallele? che forse non s?incontreranno mai. Quest?ultima appare assediata da molti legittimi timori e paralizzata da un?ormai cronica mancanza d?entusiasmo, e dobbiamo riconoscere che ne ha ben donde.

Dai luoghi in cui la convivenza e la condivisione sono pane quotidiano dovrebbe risuonare almeno un forte segnale di disagio: non ci illudiamo di vivere in un contesto talmente dinamico da consentire a una donna e a un uomo di colore (che per giunta di secondo nome si chiama Hussein!) di contendersi la presidenza! Non chiediamo poltrone, peraltro stinte e traballanti, ma attenzione, incoraggiamento, visibilità? quello che per alcuni è una sorta di surplus, assicurato per contratto e di cui non sempre si fa buon uso, per altri è vita: fragile, prezioso, bene comune.

di Paolo Branca

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