Economia
Non c’è futuro senza impresa. Ma quella vera
Stasera il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano ospita un incontro sull'impresa responsabile, che non mette al centro la massimizzazione del profitto a breve termine, ma investe in sviluppo e bene comune
Ragionando e valutando secondo gli odierni schemi della finanziarizzazione, i milanesi non avrebbero mai scavato il Naviglio Grande, non avrebbero mai eretto il Duomo, non avrebbero mai costruito il Policlinico, non avrebbero né la Cattolica, né la Bocconi e neanche il Politecnico o il Museo della Scienza. Con gli schemi della finanziarizzazione dominanti oggi, Milano sarebbe un deserto. È a partire da questa riflessione che il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia in collaborazione con l’Istituto per i Valori d’Impresa, organizza la tavola rotonda “L’impresa responsabile. Nelle antiche radici il suo futuro”, che si terrà oggi 26 maggio alle ore 18.30 nella Sala Conte Biancamano del Museo.
Al dibattito interverranno Marco Vitale, Economista d’Impresa, Presidente della Vitale Novello & Co, consulente di direzione e autore del libro “L’Impresa Responsabile. Nelle antiche radici il suo futuro”; Vittorio Coda, Professore emerito Università Bocconi, Presidente Comitato Scientifico Istituto per i Valori d’Impresa; Gianfranco Dioguardi, Professore di economia e organizzazione aziendale, Presidente Fondazione Dioguardi; introduce e modera Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia.
L’incontro prevede una riflessione sulla natura dell’impresa italiana in un contesto, non solo economico, in continuo mutamento. Nonostante le prospettive di ripresa, l’impresa di oggi ha di fronte a sé ancora molta strada da fare: necessita di trovare nuove strategie, di crescere qualitativamente e intellettualmente su più fronti per affrontare cambiamenti globali epocali. Questo lo spunto di partenza della tavola rotonda.
L’economia e tutta la società devono liberarsi dalla cultura della finanziarizzazione, loro principale limite, che è un modo di pensare e di giudicare solo e sempre basato sul ritorno a breve termine, in base a parametri contabili. L’impresa e l’imprenditorialità sono visione, coraggio, sono il trovare le strade per fare di più con meno, sono trovare le risorse quando sembra che non ci siano. Per progetti giusti e utili, le risorse ci sono sempre in qualche luogo. Basta andarle a cercare ed essere affidabili.
I protagonisti della tavola rotonda, muovendosi tra la complessità del mondo economico attuale, proveranno ad esaminare i punti di forza e di debolezza delle imprese italiane, sottolineandone i doveri più urgenti. Tra questi, il miglioramento dei propri modelli di governance e organizzativi, una maggiore conoscenza delle nuove tecnologie digitali, la volontà di investire concretamente sul futuro e una salda consapevolezza del proprio ruolo nel disegno di sviluppo del Paese e delle sue responsabilità pubbliche.
“L’impresa è un formidabile fattore di sviluppo socio-economico e culturale. E altrettanto decisiva è l’economia imprenditoriale e di mercato. Negli ultimi decenni, invece, abbiamo assistito al rapido predominio di una visione completamente opposta, quella dell’economia finanziaria e di rapina. Da questa è indispensabile liberarci. Per questo difficile ma essenziale compito è necessario riunire le forze di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, energie, dottrine, esperienze, abbattendo muri che ci isolano e ci soffocano, come quelli tra macro economia e micro economia, cultura tecnica e cultura umanistica, conoscenza superspecialistica e conoscenza generale dell’uomo e della società. È necessario gettare ponti, ricercare ciò che unisce passato e futuro, passando attraverso un presente meno mediocre e vile di quello in cui ci aggiriamo disorientati e sgomenti.
Imprenditorialità è sinonimo di coraggio, evoluzione, spinta al cambiamento: questa visione viene sostenuta anche dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia che si impegna quotidianamente a raccontare storie di scienza, tecnologia ed industria, con testimonianze concrete di processi in continuo divenire, impegnandosi a salvaguardare un patrimonio storico fondamentale, intermediario tra passato e futuro, tradizione e innovazione. Ma anche, e oggi soprattutto, a porsi come un ponte fra le diverse discipline, e fra queste e le persone comuni. Con l’ambizione di essere tra i protagonisti a fornire gli strumenti per comprendere il cambiamento e l’innovazione.
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