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Non autosuficienti, arriva il fondo ma non convince

Le buone intenzioni non bastano: servirà molto lavoro definitorio prima di poter dire che la nuova Finanziaria introduce politiche di sostegno alle persone con disabilità

di Benedetta Verrini

Le buone intenzioni non bastano: servirà molto lavoro definitorio prima di poter dire che la nuova Finanziaria introduce politiche di sostegno alle persone con disabilità. è questa la prima valutazione del Comitato tecnico acientifico di Anffas onlus sulla bozza di Finanziaria presentata dal ministro Padoa Schioppa. Un?analisi stringente, fatta sui singoli articoli collegati ai temi di politica sociale (piano dei servizi socio-educativi, pari opportunità, fondo non autosufficienze), che si propone di «essere un?esortazione a migliorare l?efficacia delle politiche nei confronti delle persone con disabilità, anche perché questo passa dal miglioramento delle condizioni generali del paese», ha dichiarato <b>Marco Faini</b>, responsabile per le Politiche sociali di Anffas. Il passaggio della legge di bilancio che lascia più perplessi è l?art.198, istitutivo del fondo per le non autosufficienze. La dotazione complessiva per il triennio 2007-2009 è pari a 450 milioni di euro (50 milioni per il 2007, 200 milioni per i due anni successivi). «Il dato assolutamente positivo è che il fondo sia stato finalmente istituito, dopo lo sgradito ?tormentone? della scorsa legislatura», commenta Faini. «Qual è problema, dunque? Oltre alla dotazione finanziaria, che ci pare assolutamente inadeguata a incrementare davvero la qualità dei servizi alle persone non autosufficienti, non sono stati definiti contenuti. Avremmo di gran lunga preferito che su un tema così atteso dalle persone con disabilità fosse attivato confronto sul merito. Per capire, ad esempio, chi saranno i destinatari di queste risorse. E poi, quali prestazioni si intendono erogare. Ci auguriamo, infine, che in questa dotazione non siano riversate le somme per le indennità di accompagnamento, perché non sarebbe ammissibile alimentare il fondo con quanto già oggi una persona percepisce…». Ma l?articolo 198 apre anche un altro nervo scoperto: quello della definizione dei Liveas. «Anche su questo aspetto siamo preoccupati, ma fiduciosi di poter aprire un dialogo con il governo e la maggioranza», dice Faini. «Ancora una volta, infatti, la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali non viene affrontata, neppure in termini pianificatori. Eppure è essenziale per la definizione di servizi e interventi e, di conseguenza, delle risorse». Di questo e altro Fish e Anffas parleranno nei primi incontri con i parlamentari che si stanno occupando di Finanziaria. «Un segno positivo, per noi», prosegue Faini, «sarebbe l?adozione dell?eccellente piano sulla qualità della vita dei disabili uscito dalla prima Conferenza nazionale sull?handicap nel 99. E poi, l?attuazione dell?art. 41 della legge 104/1992, che prevedeva la costituzione di un Comitato nazionale per le politiche sull?handicap in seno al ministero della Solidarietà sociale».

www.anffas.net

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