Welfare
Non autosufficienza,bBolzano puntabsull’assegno di cura
leggi Obiettivi: domiciliarità e libertà di scelta per le famiglie
R ivoluzione in Alto Adige nel settore dell’assistenza ai non autosufficienti. La Provincia di Bolzano mette in soffitta l’assegno di ospedalizzazione a domicilio e l’indennità di accompagnamento, i due strumenti di sostegno previsti finora dalla legislazione altoatesina, e introduce l’assegno di cura. La semplificazione del quadro normativo è il risultato della legge provinciale 9/2007 entrata a regime da luglio di quest’anno dopo l’approvazione, a fine gennaio 2008, delle linee guida per la rilevazione del fabbisogno di assistenza. La nuova legge si ispira al modello tedesco e prevede un assegno mensile erogato all’anziano o ai suoi familiari (in determinati casi anche alla persona che presta aiuto) finalizzato a coprire i costi dell’assistenza. E cioè l’accompagnamento, la sorveglianza, il controllo, il sostegno nello svolgimento delle attività quotidiane oppure, infine, l’assolvimento di determinate attività. La spesa complessiva per gli interventi previsti sarà di 242 milioni a carico del bilancio provinciale per gli esercizi 2008 e 2009.
Fra le novità di rilievo si segnala l’inclusione dei disabili psichici, oltre che fisici, fra i soggetti beneficiari. L’obiettivo primario delle nuove disposizioni è favorire la permanenza della persona assistita nel suo abituale ambiente di vita. Nel caso in cui, tuttavia, questo non sia possibile, precisa la legge, avranno priorità le strutture semiresidenziali rispetto alle strutture residenziali.
L’assegno di cura, inoltre, potrà essere sostituito in parte da buoni servizio. L’anziano o il disabile potranno spendere infatti i voucher acquistando prestazioni – ad esempio l’aiuto settimanale per la cura dell’igiene o le cure infermieristiche – somministrate da strutture accreditate pubbliche o private. Dunque anche non profit. A tal fine, il distretto socio-sanitario fornirà l’elenco con i servizi più vicini e illustrerà il tipo di prestazioni erogate. I buoni potranno essere richiesti, oltre che dall’assistito e dai familiari, anche dall’apposita unità di valutazione qualora questa riscontri l’inadeguatezza dell’assistenza garantita alla persona non autosufficiente. Compito dell’unità è, soprattutto, determinare il fabbisogno assistenziale, cioè il numero di ore mensili di aiuto di cui necessita il disabile. Il team è costituito da un infermiere e da un operatore specializzato dei servizi sociali coadiuvati dal medico di base. L’équipe, oltre ad individuare il monte ore, fornirà consulenza ai familiari per la cura della persona non autosufficiente. Un approccio preventivo alla valutazione del caso, dunque, che fa perno su criteri sia medici e amministrativi (condizioni di reddito) che, soprattutto, pratici.
L’assegno corrisposto (quattro livelli di contributo) sarà proporzionale al numero di ore richieste e andrà da un minimo di 510 euro (per 60-120 ore mensili di assistenza) a un massimo di 1.800 euro (più di 240 ore). Le persone non autosufficienti, inoltre, potranno richiedere la concessione gratuita di ausili medici (sedia a rotelle, letto ortopedico, ausili per il bagno) all’azienda sanitaria. I familiari dei disabili, infine, potranno ottenere dalla Provincia di Bolzano contributi di previdenza sociale integrativa (indipendentemente dalla legge sull’assistenza alle persone non autosufficienti).
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