Welfare

Non autosufficienza, le associazioni al Governo: “Fate presto e bene”

Entro l’estate il Governo dovrà presentare il Disegno di Legge Delega per la riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Lo indicano i tempi del PNRR. È, quindi, un momento decisivo per i 3.8 milioni di anziani non autosufficienti e per i loro familiari. Per questo motivo, le organizzazioni del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” si rivolgono nuovamente al Governo, con una lettera al Presidente Draghi ed ai Ministri Speranza e Orlando

di Redazione

Entro l’estate il Governo dovrà presentare il Disegno di Legge Delega per la riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Lo indicano i tempi del PNRR. È, quindi, un momento decisivo per i 3.8 milioni di anziani non autosufficienti e per i loro familiari. Per questo motivo, le organizzazioni del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” si rivolgono nuovamente al Governo, con una lettera al Presidente Draghi ed ai Ministri Speranza e Orlando (in allegato a fondo pagina).

Vogliamo una riforma all’altezza delle esigenze di anziani e familiari. La Delega metterà le basi di una riforma attesa da 30 anni: le debolezze del welfare attuale e l’invecchiamento della popolazione dicono che è un passaggio decisivo, che non si può sbagliare. Chiediamo, dunque, che si introduca il Sistema Nazionale Assistenza Anziani previsto nelle proposte presentate dal Patto”.

Il “Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza”, raggruppa la gran parte delle organizzazioni della società civile coinvolte nell’assistenza e nella tutela degli anziani non autosufficienti nel nostro Paese: rappresenta gli anziani, i loro familiari, i pensionati, gli ordini professionali e i soggetti che offrono servizi. Si tratta della comunità italiana della non autosufficienza, che ha deciso di superare confini, appartenenze e specificità per unirsi nella elaborazione di questa riforma.

Il Patto torna a chiedere l’introduzione del Sistema Nazionale Assistenza Anziani (SNA), che comprende tutte le misure pubbliche – di carattere sociale e sanitario – per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. In questo modo si supererebbe l’attuale frammentazione degli interventi per costruire un unico sistema integrato della non autosufficienza. Inoltre, si arriverebbe ad una semplificazione perché l’accesso allo SNA è determinato da una sola valutazione nazionale, che assorbe tutte quelle oggi esistenti. Nondimeno, significherebbe attribuire a questo settore, sinora trascurato, la necessaria legittimazione istituzionale e politica.

Nello SNA il sostegno ai familiari che si prendono cura degli anziani non resta una questione settoriale ma rappresenta un obiettivo che ne attraversa l’intera architettura. Da una parte con misure quali il supporto psicologico, le forme di conciliazione tra impegni di cura e di lavoro, le tutele previdenziaali, dall'altra con un'attenzione particolare ai famigliari nel disegno di tutti gli interventi. La nuova domiciliarità disegnata dallo SNA è capace, infatti, di offrire il mix di prestazioni necessarie, medico-infermierististiche-riabilitative, di aiuto all'anziano nelle attività fondamentali della vita quotidiana e di affiancamento ai familiari e badanti, così come di garantire l'assistenza per il tempo effettivamente necessario. Lo SNA si contraddistingue anche per un ammodernamento della residenzialità. garantendone il personale necessario, per numerosità e competenze, e prevedendo ambienti di vita amichevoli, domestici e familiari, tutelando il diritto alla privacy dei residenti.

“Questi sono solo alcuni dei contenuti illustrati nel documento del Patto. La riforma è attesa da 30 anni: se si vuole costruire un miglior welfare per la non autosufficienza, il momento è adesso”.

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