Cultura

Non autosufficienza, c’è più spazio per il non profit

La Sicilia ritocca i criteri per l’assegnazione dei buoni socio-sanitari. La Regione ha rivisto le norme sui contributi in favore delle famiglie con anziani non ausufficenti.

di Redazione

La Sicilia ritocca i criteri per l?assegnazione dei buoni socio-sanitari. Per la terza volta in tre anni. A meno di un anno dalle ultime correzioni, la Regione, infatti, ha rivisto le norme sui contributi in favore dei nuclei familiari con anziani non autosufficienti o disabili gravi. Le nuove disposizioni, licenziate con il decreto presidenziale del 6 marzo, snelliscono le procedure, ampliano la platea dei beneficiari e, soprattutto, introducono delle modifiche nelle modalità di erogazione del sostegno economico.

Si tratta di novità di rilievo che potrebbero determinare delle importanti ricadute per il terzo settore. I buoni socio-sanitari, previsti dalla legge regionale 10 del 2003 sulla famiglia, mirano a favorire la permanenza all?interno delle mura domestiche dei non autosufficienti con età superiore ai 65 anni e invalidità del 100% o delle persone con grave disabilità certificata. Puntano, allo stesso tempo, a dare attuazione al principio di libera scelta dei cittadini fra i servizi di sostegno offerti dalle strutture pubbliche e dal privato sociale. I parenti che assumono compiti di cura dei soggetti non autosufficienti o disabili, infatti, possono richiedere o un ?buono sociale?, cioè un beneficio di carattere economico a supporto del reddito familiare. Oppure un ?buono di servizio?, cioè un titolo per l?acquisto di specifiche prestazioni domiciliari, sociali e socio-sanitarie erogate da assistenti professionali presso organismi ed enti non profit riconosciuti ed accreditati o presso strutture e operatori delle aziende unità sanitarie locali. Il sostegno è assegnato per un periodo di sei mesi all?anno.

La novità consiste nel fatto che il buono sociale, il contributo in denaro cioè, è riconosciuto solo per tre mesi. Per i tre mesi restanti dovrà essere erogato sotto forma di buono servizio. Una scelta, questa, che mira a scoraggiare l?uso distorto del contributo da parte dei familiari. I parenti, infatti, potrebbero tenere per sé le somme anziché utilizzarle per la cura.

Meno sprechi, dunque, ma anche più risorse e opportunità per il terzo settore che dovrà assicurare servizi e prestazioni per la metà del periodo di erogazione del buono socio-sanitario.

Il decreto presidenziale, inoltre, consentirà di allargare la schiera dei beneficiari. Merito di due novità: la riduzione da 9mila a 7mila euro dell?indicatore economico (Isee) richiesto alle famiglie che presentano la domanda e la previsione di un sostegno di importo inferiore. Accanto ai 450 euro per chi ha un bisogno assistenziale grave è stato previsto, infatti, il contributo di 350 euro in favore dei casi lievi.

Novità anche per le graduatorie: sono state eliminate. D?ora in poi l?erogazione funzionerà ?a sportello?, ossia secondo l?ordine di presentazione delle domande. La procedura per i buoni socio-sanitari prevede che la richiesta dei familiari sia corredata da un piano personale di assistenza predisposto dal medico di base. L?istanza è esaminata poi dal Comune che la integra con una relazione sul possesso dei requisiti soggettivi (convivenza con il nucleo familiare, capacità di cura e di assistenza della famiglia, idoneità dell?alloggio, Isee del nucleo) ed infine dall?unità di valutazione del Distretto sociosanitario che decide in dieci giorni.
IN SINTESI

  • Si cambia.

Con il decreto presidenziale del 6 marzo, la Regione Sicilia ha modificato i criteri per l?assegnazione del buono socio-sanitario in favore dei nuclei familiari con anziani non autosufficienti o disabili gravi. La nuova normativa prevede un iter burocratico più rapido. Stabilisce, inoltre, che il non profit dovrà assicurare le prestazioni e i servizi per metà del periodo di erogazione del bonus.

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