Economia
Nomine/1. Nel nostro futuro più mercato, meno pubblico
Paola Minetti nuova presidente di Legacoopsociali
di Luca Zanfei
Nessuna rivoluzione, ma la prosecuzione nella strada già intrapresa, sotto il segno della crescita. È nel segno della continuità il programma di lavoro di Paola Menetti, nuova presidente di Legacoopsociali, succeduta nei giorni scorsi a Costanza Fanelli, che ha guidato l?associazione di rappresentanza delle cooperative sociali di Legacoop dalla sua fondazione, tre anni fa. Cooperatrice dagli anni 80, presidente dal 1983 al 1999 della cooperativa sociale Cadiai, responsabile Emilia Romagna del settore cooperazione sociale di Legacoop dal 2000, dal 2005 ha affiancato Costanza Fanelli come vicepresidente di Legacoopsociali. La sua è un?esperienza da protagonista dello sviluppo dell?impresa sociale emiliana. «Nei miei vent?anni da cooperatrice», spiega, «ho capito che professionalità e competenze sono un mix imprescindibile per fare della cooperazione sociale non solo uno strumento di politiche pubbliche, ma un soggetto autonomo, portatore di innovazione. Per adattarsi al cambiamento bisogna riuscire a coniugare la sostenibilità imprenditoriale con il valore sociale dell?attività».
Ecco perché diventa necessario reimpostare il rapporto con le amministrazioni e investire su nuovi modelli di rete con i soggetti operanti sul territorio. «Per questo è stata costituita un?associazione di rappresentanza che nei tre anni appena trascorsi ha lavorato sull?interlocuzione con il mondo istituzionale e sulla comunicazione tra le diverse realtà interne alla cooperazione», precisa la Menetti. «Adesso dobbiamo fare un passo avanti. Si deve superare il meccanismo del finanziamento pubblico per costruire un protagonismo di cittadinanza».
Spazio dunque al modello di rete: «Penso a tutti quegli attori, come le fondazioni, che hanno difficoltà a comunicare con il nostro mondo e che rappresentano invece un valore aggiunto», spiega. Un modello necessario soprattutto per lo sviluppo della cooperazione di tipo B: «Le cooperative di inserimento lavorativo ormai sono realtà sempre più autonome e orientate al mercato», dice la Menetti.
«Per questo è necessario incentivare la collaborazione anche con soggetti privati. Penso alla creazione di canali distributivi fondamentali per quelle imprese sociali che producono beni e che ad oggi non riescono ad entrare nel mercato». Insomma, la sfida è quella di superare l?isolamento, soprattutto al Sud, per dare finalmente una struttura nazionale alle attività. «Questo è l?unico modo per contribuire a creare un welfare dignitoso», conclude la Menetti, «superando la criticità endemica nel pensare al sociale solo in un?ottica di politica previdenziale».
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