Politica

Noi sì che siamo pronti a darvi credito

Per Flavio Talarico i cooperatori sono i clienti cui guardare con maggior fiducia. Perché è la forma di imprenditoria che meglio si adatta al tessuto socio - economico calabrese

di Redazione

mpiantare una banca in un territorio asfissiato da una crescita economica da anni ancorata allo zero e da una presenza mafiosa sempre più ingombrante? Una follia per qualsiasi esperto del credito. Nessuna sorpresa quindi nel verificare che hanno scelto di mettere radici in Calabria appena 20 istituti di credito (in Trentino Alto Adige sono 102, in Lombardia 182). Il 90% di loro aderisce al network delle Banche di credito cooperativo. Una presenza coraggiosa che vanta numeri importanti. Gli impieghi delle Bcc della punta dello Stivale, cresciuti nell?ultimo anno del 20%, ammontano ormai a 1,255 miliardi di euro, la raccolta diretta (+6%) a 1,804 miliardi e il patrimonio a quasi 235 milioni. Al timone di questa macchina del credito che conta 87 sportelli attivi, c?è Flavio Talarico, in Bcc dal 1989 e attuale presidente della federazione regionale. SJ: Può fornire un identikit della vostra clientela? Flavio Talarico: Per lo più si tratta di famiglie, ma ci sono anche imprenditori, artigiani e coltivatori diretti. Piccole aziende a conduzione familiare, con al massimo 5 dipendenti. Vale però la pena segnalare che nei paesi dove esiste una Bcc l?emigrazione è praticamente scomparsa. SJ: E la cooperazione? Talarico: Devo dire che, in particolare se giovani, i cooperatori sono i clienti che guardiamo con maggiore favore. Ritengo infatti che questa sia la veste imprenditoriale che meglio si adatta al tessuto socio- economico della Calabria, soprattutto in un momento storico in cui si stanno restringendo le maglie dei finanziamenti pubblici. Bregantini nella Locride sta fornendo uno straordinario esempio a tutti i nostri concittadini. Bisogna però fare un distinguo. Le cooperative che provano a ritagliarsi un proprio spazio nel turismo o nella commercializzazione di prodotti agricoli meritano tutto il nostro sostegno e apprezzamento. Altra questione sono quelle realtà che nascono con l?obiettivo di raccogliere fondi pubblici. SJ: Confcooperative Calabria proprio da queste pagine ha denunciato come il costo del denaro sia troppo elevato. Tre punti percentuali in più di quanto avviene, per esempio, in Emilia-Romagna… Talarico: Secondo le nostre statistiche la forbice è di un punto. Uno scarto che ha due giustificazioni: le difficoltà di un territorio povero di infrastrutture, in cui manca una vera cultura imprenditoriale e ovviamente il fantasma della criminalità organizzata. SJ: Come può escludere che certi appetiti non si rivolgano anche al vostro circuito? Talarico: Gli amministratori Bcc vantano una dettagliata conoscenza del territorio e delle persone. I nostri clienti, fra l?altro, spesso sono anche soci. Nessun mister X potrebbe mai presentarsi a un nostro sportello con la valigia piena di denaro senza esser riconosciuto. Come magari succede nelle grandi banche del Nord… SJ: Lei ha citato il turismo. Se ne parla ormai da anni, ma solo sulla carta. Può indicare una vostra iniziativa concreta per promuovere questo segmento di mercato? Talarico: Proprio in questi giorni abbiamo ricevuto l?ok dall?Europa per lanciare un fondo di private equity che partirà con 25 milioni di euro per poi arrivare a 50, in modo da sostenere anche dal punto di vista promozionale le imprese turistiche e i produttori di acque minerali della regione. Il problema ovviamente sarà convincere i proprietari delle imprese ad affidarci per qualche tempo la gestione delle aziende. Ma lo strumento adesso c?è.


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